La stagione del museo di arte ambientale Organica si avvia alla conclusione con l’inaugurazione delle mostre “La Città ideale” di Giulia Sale per la sezione di arte contemporanea e “Montagne e foreste della Sardegna” di Domenico Ruiu per la sezione di fotografia.

Mostre che hanno a oggetto tematiche agli antipodi, arricchendo in coda il 2025 del museo affidato alla direzione artistica di Giannella Demuro. Appuntamento domenica alle 11 al museo sito nel cuore del Parco del Limbara: nel corso del vernissage gli artisti, accompagnati da Mariolina Cosseddu, storica dell’arte e curatrice della mostra di Giulia Sale, e Antonio Addis, Responsabile vivaio e biodiversità del Cantiere Monte Limbara Nord di Forestas, dialogheranno con il pubblico.

In “La Città ideale” Giulia Sale propone una riflessione sulla crisi dell’idea di città come spazio armonico e simbolo di civiltà: sospese al centro della sala, oltre 120 polaroid – elementi e vedute naturali, architetture, frammenti di paesaggio – raffigurano paesaggi naturali e scorci urbani, riflettendo il duplice interesse dell’artista sassarese per l’ambiente costruito e quello naturale. Le immagini di Giulia Sale costruiscono un racconto visivo in cui l’ideale rinascimentale si confronta con la desolazione del presente attraverso un innesto visivo e fotografico che avviene senza urti manifesti, in cui la città non ha un futuro, ma ha un passato, devastato dal presente.

Quanto alla mostra “Montagne e foreste della Sardegna”, è un viaggio attraverso i paesaggi montani e le foreste dell’Isola, dove la potenza della natura incontra lo sguardo poetico e scientifico dell’autore. Da oltre cinquant’anni Domenico Ruiu, uno dei più importanti fotografi e scrittori naturalisti del panorama nazionale, cattura con la sua macchina fotografica l’anima della Sardegna, la sua natura incontaminata, i suoi rilievi antichissimi scolpiti dall’azione millenaria dell’acqua e del vento. Paesaggi di rara e selvaggia bellezza dove vivono specie che appartengono solo a quest’Isola.

Le sue fotografie restituiscono la maestosità di mufloni e cervi, la grazia delle martore e la forza primordiale dei paesaggi, con uno stile che unisce precisione documentaria e lirismo visivo. La natura, per Ruiu, è un mosaico di forme e colori – il verde delle foreste, il grigio dei calcari che si perde nel blu del mare, le radici nude e le cortecce rugose di alberi secolari, il pasto di un’aquila o il suo volo tra le nubi – e la fotografia un modo per dire che la bellezza non si conquista, si protegge. “L’uomo appartiene alla natura, non il contrario”, è solito dire. E in questa convinzione risiede la radice più profonda del suo lavoro, etico e responsabile.

 

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