Se questa non è una magia. Dalle strade di Cagliari a oltreoceano, Michele Cabras, in arte Mycras, illusionista, è arrivato su Amazon Prime Video. Il suo show, “Qualcosa d’insolito”, ora è diventato “Something unusual”; per ora, disponibile solo nella versione inglese e americana del sito, ma presto anche in Italia. Con i trucchi con cui lascia a bocca aperta, manipolando carte, trasformando oggetti, leggendo nel pensiero e tanto altro. 27 anni, cagliaritano, da piccolo guardava incantato David Copperfield in televisione; «poi sono entrato in questo mondo e non l’ho lasciato più». Nel frattempo ha vinto premi internazionali ed è stato a Parigi, Madrid, Valencia, San Marino, Tunisi, e ha pubblicato tanti video sui social, raggiungendo notorietà anche online.

Cosa può raccontare del suo nuovo show?

«Con i miei collaboratori abbiamo studiato tanto per arrivare qui e alla fine è arrivata l'opportunità. Volevo valorizzare la mia città, mostrarla a tutti. Per questo abbiamo girato interamente a Cagliari, dal centro alle periferie. Abbiamo cominciato nel 2021, e finito questa estate a luglio. Tanti momenti indimenticabili, dalla scrittura, alle riprese in città con gli spettatori. È stato bello riuscire a collegare tematiche a cui tengo con l’illusionismo».

Per esempio?

«L’importanza del riciclo, trasformando una bottiglia di vetro in sabbia, perché il vetro è al cento per cento riciclabile. Oppure la dipendenza dai social. Sono anche andato nelle scuole, per mostrare un’immagine diversa del mago, moderna».

Le sue magie preferite?

«Gli effetti di manipolazione sono i più visuali e d’impatto, come trasformare una lattina di cola in una di gazzosa, mi piace pensare che a volte la mano è più veloce dell’occhio. Anche gli effetti di mentalismo sorprendono tanto».

Mycras

Come nasce una magia?

«Può capitare in qualsiasi momento. Per esempio da una canzone che mi suscita un’emozione, a questa emozione si collega un ricordo e da lì un messaggio da regalare al pubblico. Secondo me il messaggio è la cosa più importante di un atto, che sia magia di strada o in teatro».

Il momento più difficile della sua carriera?

«Sicuramente durante la pandemia. Non potersi esibire, per una persona che ha una passione molto forte e ha studiato tanto è stato molto difficile. Ma nelle situazioni negative possiamo imparare qualcosa e io lì ho cominciato a scrivere il mio progetto multimediale, perché era il solo modo per esprimermi».

Per un giovane mago è difficile avere successo?

«Sicuramente pensare solo al successo non è la cosa migliore. Viene con molta naturalezza, mettendo la passione e l’arte al primo posto. Ci vuole molto studio e la classica dose di fortuna, ma ogni tanto il talento non basta, ed è lì che entra in gioco l’ossessione, quella buona. Che ti sprona ad andare avanti e migliorare sempre di più come artista, riuscendo ad arrivare a traguardi impensabili».

Un consiglio a chi vuole fare questa strada?

«Non smettere di crederci. È una strada difficile e tortuosa ma senza questo primo ingrediente è difficile andare avanti».

Se potesse fare una magia "vera" quale sarebbe?

«Sarei il Genio della lampada, per esaudire tre desideri per tutti».

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