Al buio come al cinema, senza farsi distrarre dagli strumentisti che in realtà non ci sono. Chi propone la musica acusmatica la realizza prima in studio, senza suoni di batteria elettronica, e poi la diffonde tramite altoparlanti. L'obiettivo è portare l'ascoltatore a concentrarsi solo sulla musica.

Per tre giorni il Liceo Musicale Azuni di Sassari ha ospitato il Festival di Musica Acusmatica. Il termine deriva dal greco “akusmatikoi”, che nella scuola pitagorica indicava la pratica dei discepoli di ascoltare le parole di Pitagora dietro un velo per non essere distratti dalle immagini e potersi così concentrare sulla sua voce.

L'evento è stato organizzato in collaborazione con l’associazione “Amici della Musica” di Cagliari diretta dal compositore Lucio Garau.

Nell’auditorium dell’istituto, in via de Carolis, il primo interprete ad esibirsi è stato Marco Dibeltulu, compositore elettroacustico e docente di tecnologie musicali del Liceo Musicale Azuni, che ha eseguito musiche di sua composizione e di Bernard Fort, François Bayle e Jean-Claude Risset. Nella seconda giornata il protagonista è stato Riccardo Sarti, programmatore e docente di informatica musicale al Conservatorio di Sassari. A chiudere il programma è stato Paolo Pastorino, compositore elettroacustico e docente di multimedialità al Conservatorio di Cagliari.

In occasione del festival sassarese è stato inaugurato il sistema 8.1ALMA, l’acousmonium del Liceo Musicale Azuni, definito così dal professor Dibeltulu d’accordo con i suoi studenti. «Si tratta di un sistema di proiezione sonora composto da otto altoparlanti identici più un subwoofer per le frequenze gravi - spiega il docente - disposto intorno agli ascoltatori per fare in modo che vivano un’esperienza sonora immersiva e coinvolgente. Il termine “alma” non è casuale, infatti ci piace pensare che attraverso questo strumento le vibrazioni sonore possano raggiungere l’anima stessa di chi ascolta».

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