Con una nuova sentenza il Consiglio di Stato ha messo nuovamente in discussione la scelta italiana di affidare anche a direttori stranieri la guida dei musei pubblici.

L'atto fa riferimento a un ricorso presentato nei mesi scorsi relativo ai casi delle nomine per il Palazzo Ducale di Mantova e per la Galleria estense di Modena.

Le nomine di Peter Assmann e di Martina Bagnoli erano state contestate di fronte al Tar Lazio da uno dei partecipanti alla selezione, che aveva impugnato il procedimento.

Nella sentenza, i giudici del Consiglio di Stato di fatto hanno promosso la procedura scelta dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo per la valutazione a concorso dei direttori dei musei pubblici dotati di autonomia gestionale e amministrativa, ma hanno rimesso la decisione sull'apertura agli stranieri all'adunanza plenaria.

Una decisione che ha fatto infuriare Dario Franceschini, che ha su Twitter ha scritto: "Davvero difficile fare le riforme in Italia. Cosa penseranno nel mondo?".

In un'intervista a "Repubblica" rilasciata sull'argomento il ministro ha poi precisato: "Come avvocato e come politico sono rispettoso delle sentenze. Ma a oltre tre anni dalla pubblicazione del bando per selezionare i direttori dei musei, dopo sedici pronunciamenti del Tar e sei del Consiglio di Stato, non è possibile che si debba cominciare daccapo".

In merito al caso dei direttori stranieri dei musei italiani ha aggiunto: "Sono convinto che le nostre ragioni siano fondate e verranno riconosciute. Ma insieme alle questioni di forma, c'è la sostanza: in tutto il mondo ci sono musei diretti da cittadini provenienti da paesi diversi, compresi gli italiani. È possibile che !Italia debba fare eccezione? Mi domando come ci giudicano all'estero, dopo aver salutato con molto favore la riforma".

(Unioneonline/F)

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