Mario Faticoni apre il sipario digitale: online l’archivio di una vita dedicata al teatro sardo
Racconta oltre quarant’anni di storia teatrale, sociale e culturalePer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
C’è un un sito in rete dove il teatro sardo respira, racconta, si mostra. Una sorta di macchina del tempo ( www.mariofaticoni.com), un archivio digitale di Mario Faticoni, attore, regista, scrittore e memoria vivente della scena culturale isolana.
Il regalo più prezioso per il suo ottantottesimo compleanno, che verrà festeggiato domani, è questo: rendere pubblica e accessibile a tutti una vita intera di arte, impegno e passione.
L’archivio, riconosciuto di particolare interesse storico dalla Soprintendenza archivistica per la Sardegna, è il primo fondo teatrale ufficialmente tutelato nella regione.
Racconta oltre quarant’anni di storia del teatro isolano, ma anche un pezzo importante di storia sociale e culturale, raccolta con metodo e cuore da Faticoni e dalla sua assistente Simona Loddo.
Sfogliando le sezioni del sito si viaggia dagli anni Sessanta – con i primi esperimenti del Cut (Centro universitario teatrale) – alla nascita del Teatro di Sardegna e de Il Crogiuolo, che Faticoni co-fondò nel 1983. Fotografie, articoli, materiali di scena, documenti, spezzoni video, testi inediti, interviste: tutto è stato catalogato e ora vive online, pronto a parlare alle nuove generazioni.
Tra le perle, l’intervista a Costantino Nivola realizzata da Faticoni a New York, e pubblicata in seguito nel libro Svegliatevi Sardi!.
Il progetto grafico e tecnico del portale è stato curato dallo studio Alfredo Scrivani, con l’obiettivo non solo di valorizzare un patrimonio culturale, ma di renderlo fruibile anche ai non addetti ai lavori: studenti, studiosi, appassionati, semplici curiosi.
«Con questo sito ho voluto rendere accessibile a tutti il mio lavoro e la memoria di un teatro che è stato anche laboratorio civile, sociale e politico», racconta Faticoni. «È un modo per consegnare alle nuove generazioni non solo le mie opere, ma anche un pezzo della storia della Sardegna».
(Unioneonline/Fr.Me.)