L’ultimo sacrificio
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Caro Presidente, lei forse non è stato fra i migliori inquilini del Quirinale. Altri, e non pochi, però le stanno dietro. Qualche giorno fa ha dichiarato di non volere più abitare sul Colle tra arazzi e corazzieri. Si sente stanco e vuole riposarsi. Comprensibile. Sette anni di discorsi e passeggiate sui tappeti rossi di mezzo mondo logorano. Soprattutto è stato sfibrante domare le bizze di un parlamento composto di pochi politici e molta ciurma. Ne sono scaturiti due governi scollati e litigiosi: il secondo di segno opposto al primo, ma con lo stesso capitano di ventura al comando. Questi pastrocchi hanno avuto la sua benedizione. Lei perciò non è esente da colpe. Il terzo governo, invece, è stato un suo abile colpo di biliardo. Con Draghi è andato in buca. Ora, per congiunture astrali e costituzionali, le si prospetta l'occasione di riscattarsi del tutto. Accetti un'eventuale riconferma. Draghi continuerebbe indisturbato il suo lavoro perché per Pd e 5stelle le elezioni anticipate sono campane a morto. Poi, al termine della legislatura, lei vada pure in pensione. La maggioranza del nuovo parlamento, che vorrà governare non per interposta persona, si libererà di Draghi issandolo sul Colle a garanzia di tutti. Presidente, faccia questo sacrificio. S'immoli sull'Altare della Patria.
Tacitus