Da sabato la si potrà di nuovo ammirare nella Pinacoteca Nazionale di Sassari. Dopo 60 anni. Quasi un thriller storico l'avventura della ceroplastica intitolata “La scena cimiteriale” che ritrae la lotta tra uomini e demoni in un antico cimitero. Fu realizzata da Gaetano Giulio Zumbo, un abate siciliano vissuto nella seconda metà del Seicento che si era specializzato in soggetti che riguardavano la morte, la malattia e la putrefazione dei corpi. Utilizzava la ceroplastica, un'antica tecnica di lavorazione della cera.

L'opera era entrata nella collezione della Pinacoteca Nazionale di Sassari in seguito al lascito di Giovanni Antonio Sanna. Nei primi anni Sessanta la ceroplastica versava in un cattivo stato conservativo, tanto da spingere l’archeologo fiorentino, Guglielmo Maetzke, dal 1958 reggente dell’appena istituita Soprintendenza Archeologica delle Province di Sassari e Nuoro, a inviarla a Firenze all’Opificio delle Pietre Dure per il restauro. La ceroplastica restaurata era ancora a Firenze il 4 novembre 1966, quando la città venne colpita da un’alluvione provocato dall’esondazione dell’Arno, con circa 15 mila opere d’arte danneggiate, tra cui, purtroppo, anche la scultura di Gaetano Giulio Zumbo.

A partire da quel momento, della sfortunata opera d’arte si persero le tracce fino a quando, qualche anno fa, venne ritrovata nei depositi del Museo Archeologico di Firenze. Ora la Pinacoteca e la città di Sassari festeggiano il suo ritorno e la potranno ammirare in mostra a partire da sabato.

Sabato alle 11.30 nella Pinacoteca di piazza Santa Caterina verrà presentata l'opera restaurata accompagnata da una conferenza dal titolo: “Patrimonio perduto, patrimonio ritrovato. La ceroplastica di Gaetano Giulio Zumbo”. Organizzano la Direzione regionale Musei Sardegna, in collaborazione con l’Opificio delle Pietre Dure.

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