Esattamente 220 anni fa, il 31 ottobre 1803, la nave ammiraglia della flotta inglese, Victory, comandata dall’ammiraglio Orazio Nelson, gettò le ancore della baia di Mezzo Schifo, tra l’attuale costa di Palau, allora disabitata, e quella dell’isola di Maddalena, che contava un migliaio di abitanti.

Erano circa le 16 del pomeriggio.

Lord Nelson, duca di Bronte, aveva 45 anni, era cieco ad un occhio e monco di un braccio. Il destino aveva disposto che gli rimanessero appena 720 giorni di vita, 79 dei quali da trascorrere proprio nelle acque dell’Arcipelago di La Maddalena, in 8 soste successive, l’ultima delle quali con partenza il 19 gennaio 1805.

Ma torniamo a 220 anni fa. Il 13 maggio 1803 era ripresa la guerra tra l’Inghilterra e la Francia napoleonica. La flotta francese era bloccata nel porto di Tolone e Nelson, per sorvegliarla, aveva ritenuto opportuno mettere la propria all’ancora nei pressi di La Maddalena, da dove poteva tempestivamente intervenire nei casi in cui le navi francesi avessero preso il largo.

Dopo 5 mesi di ininterrotta navigazione era ormai indispensabile toccare terra, per effettuare i necessari rifornimenti, a cominciare dall’acqua, per proseguire con la carne, la farina, gli ortaggi, ecc. Attorno alle quattro del pomeriggio di quel 31 ottobre 1803, dunque, la Victory gettò le ancore nella Baia di Mezzo insieme ad altre sei navi, alle quali il giorno dopo, se ne aggiunsero due. Quella rada, a ridosso dei venti dominanti fu ribattezzata da Nelson “Agiuncourt suond”.

Per via della neutralità del Regno di Sardegna, non potevano esserci rapporti diretti tra Nelson e l’ammiraglio Giorgio Andrea Des Geneys, comandante della piccola flotta sarda che aveva sede proprio a La Maddalena; Nelson rimase sempre a bordo della sua nave e i rapporti vennero tenuti, non con Des Geneys ma col comandante del porto, Agostino Millelire, che fu più volte invitato sulla Victory e col quale Nelson concordò movimenti e rifornimenti.

Sempre per via della neutralità del Regno di Sardegna, neanche i militari inglesi sarebbero potuti sbarcare a terra. In effetti, ufficiali, sottufficiali, marinai e truppa lo fecero più volte, in servizio ed in franchigia, non solo nelle isole di Maddalena, Caprera e Santo Stefano ma anche sulla costa dell’odierna Palau e nelle vaste campagne circostanti la valle del fiume Liscia. E ufficiali inglesi nonché il segretario di Nelson, il pastore anglicano e cappellano capo, rev. Alexander Scott, furono più volte ospiti, anche a pranzo o a cena, a casa del comandante Millelire; e con tanto di picchetto d’onore.

Un paio di migliaia di marinai e soldati, riversati a terra dopo cinque mesi di mare, crearono più di un problema con scontri, tafferugli, violenze. Alcuni di essi a loro volta subirono furti e violenze da parte di maddalenini e galluresi.

Due marinai inglesi trovarono la morte dell’isola di Santo Stefano e lì furono sepolti, un altro rimase disperso delle campane della Gallura senza essere più ritrovato.

«Questo in assoluto uno dei porti più belli che abbia mai visitato!», scrisse Nelson al capitano Ryves il 2 novembre 1803. Di quel porto apprezzava inoltre la possibilità di avere due aperture, sia per l’entrata che per l’uscita, sfruttabili a seconda del vento o delle esigenze.

Prima di partire, considerata la disponibilità del comandante Agostino Millelire nei confronti della flotta inglese e probabilmente anche per preparare il terreno per il successivo ritorno, Nelson in persona gli consegnò, sulla Victory, una medaglia.

La flotta partì il 10 novembre ma ritornò in rada, per la seconda volta, il 24 dicembre del 1803.

La Messa di Natale, alla quale Nelson assistente con tutto l’equipaggio, fu celebrata sulla Victory dal reverendo Scott. È sempre nelle acque prospicienti La Maddalena che Orazio Nelson salutò quel 1803 festeggiando il Capodanno del 1804.

L’ammiraglio inglese ritornò ancora sei volte. L’ottava e ultima sosta fu tra il 12 e il 19 gennaio 1805. Quel giorno giunse in rada una nave inglese recando il messaggio: il nemico ha preso il mare; la flotta francese avevano infatti lasciato Tolone.

Nel pomeriggio, dopo rapidissimi e febbrili preparativi, la Victory salpò, seguita da altre 11 navi, facendo rotta verso Sud, passando tra l’isola di Santo Stefano e Capo d’Orso, e iniziando il lungo viaggio che avrebbe condotto Nelson a Trafalgar, dove sì vinse sui francesi ma dove trovò anche la morte.

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