In un libro le memorie sarde del politico e intellettuale Gaspare Finali: «Come se fossi nato qui»
Nell’opera curata da Walter Falgio e Daniele Sanna un’analisi puntuale sul profilo di un pensatore e di un uomo d’azione di primissimo piano nello scenario preunitarioPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
L’esperienza di Gaspare Finali, idee mazziniane, ministro, sindaco, giurista, parlamentare nella fase postunitaria. Per venti mesi, tra 1856 e il 1858, esule nell’Isola dove ricopre il ruolo di capo contabile di una Società agricola e industriale con sede a Macomer.
I ricercatori Walter Falgio e Daniele Sanna gli hanno dedicato “Dall’esilio in Sardegna alle istituzioni del Regno, materiali per una biografia di Gaspare Finali” pubblicato da Franco Angeli nell’ambito della collana “Sardegna contemporanea” dell’Istituto sardo per la storia dell’antifascismo e della società contemporanea. «La scelta di dedicare un volume alla figura del cesenate – chiariscono i curatori del volume - risponde pertanto, in primis, all’esigenza di una rilettura delle sue riflessioni sull’esperienza sarda, indubbiamente poco note e conseguentemente poco studiate». Il periodo sardo ha un grande peso nella sua elaborazione intellettuale.
Il pensiero
«Gli scritti di Finali sull’esperienza isolana – dichiarano Falgio e Sanna - non possono essere annoverati unicamente tra le opere sulla Sardegna terra da scoprire lasciate dai viaggiatori dell’Ottocento. Racchiudono aspetti distintivi e originali come, ad esempio, le numerose e schiette considerazioni di carattere economico sempre filtrate attraverso il punto di vista di un lavoratore e di un intellettuale che ha rivestito per quasi due anni l’incarico di capo contabile della Società Industriale Agricola della Sardegna del conte Pietro Beltrami di Bagnacavallo».
Lo storico Luciano Marrocu nell’introduzione spiega che «Finali e Beltrami hanno un percorso comune che, partendo da una giovinezza di furore repubblicano, li fa incontrare in Sardegna. Se poi pensiamo al rapporto molto speciale che Garibaldi intrattiene con l’Isola viene da chiedersi se non vi sia qualcosa nella Sardegna dell’Ottocento ad attrarre gli uomini del Risorgimento democratico». L’opera curata da Falgio e Sanna, che si aggiunge al meritorio lavoro di ricerca dello storico Gianfranco Murtas, analizza in modo puntuale il profilo di un pensatore e di un uomo d’azione di primissimo piano nello scenario preunitario e poi del momento successivo della costruzione dell’Italia.
Lo sguardo sull'Isola
Nel libro anche le memorie sarde di Gaspare Finali (nato a Cesena nel 1829 e morto a Marradi nel 1914). Scrive nel 1906: «Il carattere del popolo è serio e melanconico, come si manifesta nella cantilena che accompagna il ballo popolare, che non ha agitazione, ma pochi e ben composti movimenti. Quel popolo non ama il mare, ed è suo gran danno. Alcuni tentativi per la redenzione agraria ed economica della Sardegna mal riuscirono, e me ne dolsi, come se vi fossi nato; speriamo che gli ultimi provvedimenti diano tutti gli sperati frutti».