Un'iniziativa speciale che celebra la Festa di Sant’Efisio e la straordinaria ricchezza culturale della Sardegna in un incontro fra media, moda e design.

Fino al 12 maggio nelle vetrine della Rinascente a Cagliari saranno esposte, accanto agli abiti della tradizione sarda, alcune suggestive ricostruzioni interamente realizzate in carta di giornale: un omaggio creativo e simbolico per sottolineare il legame profondo fra il Gruppo L'Unione Sarda e la storia e tradizione isolana.

Le parole dei giornalisti che negli anni hanno raccontato Sant’Efisio, il sapiente lavoro dei tipografi del centro stampa che hanno dato loro forma, fino alle mani di Caterina Uras che ha modellato, come pregiata stoffa, originali abiti tipici, in un allestimento minuziosamente ideato, disegnato e armonizzato da Claudio Rossi e coordinato da Erika Antonucci.

I QR code in vetrina permetteranno ai passanti di immergersi ancor più nel racconto scaricando l’app L’Unione Digital e accedendo alle dirette streaming di Videolina e Radiolina, in un viaggio fra tradizione e simboleggiato dal volo di un aeroplanino. Con una sorpresa in più per gli abbonati all’Unione Sarda che avranno diritto a un’esclusiva card con lo sconto del 15% da utilizzare per un anno sugli acquisti in Rinascente.

LE VETRINE – La prima vetrina sul Largo Carlo Felice omaggia il legame de L'Unione Sarda con Sant'Efisio, presentando tre abiti, uomo, donna e bambina realizzati con pagine storiche del quotidiano "L'Unione Sarda", tratte dagli inserti speciali pubblicati nel corso degli anni in occasione della celebrazione di Sant'Efisio, il 1° maggio. Le pagine utilizzate fanno parte degli archivi che il quotidiano ha dedicato, nei suoi 136 anni di storia, a questa tradizionale e importante Festa. La bimba indossa un visore per la realtà virtuale a indicare la storia che mai potrà essere dimenticata nel presente e nel futuro.

La seconda vetrina presenta gli abiti tradizionali sardi di Cagliari (uomo e donna), dando avvio al percorso espositivo con il simbolico lancio di un aeroplanino realizzato con carta di giornale. I due abiti, messi a disposizione dal Gruppo Folklorico di Cagliari del quartiere di Villanova, sono: su bistiri de panettera, un abito di gala e da sposa di fine 800 tipico delle donne che facevano e vendevano pane e dolci sull'uscio di casa e su bistiri 'e piscadori, abito di gala da pescatore composto da una camicia di cotone con bottoni in filigrana, sopra cui è indossato un gilet di seta ricamata, chiuso frontalmente da numerosi bottoni. I pantaloni sono rossi, aderenti, stretti alla vita da una fusciacca colorata con frange laterali. La giacca è a doppio petto, in pesante panno nero o blu, decorata con due file di piccoli bottoni. Sul capo, un alto berretto rosso a forma di torre con cerchi concentrici. Completa l'insieme un lungo soprabito marrone (sereniccu), decorato da passamanerie e dotato di un ampio cappuccio.

Le due vetrine di Via Roma saranno dedicate rispettivamente a Videolina e Radiolina, emittenti leader in Sardegna che quest'anno festeggiano entrambe i 50 anni di attività.

Nella vetrina di Videolina saranno esposti gli abiti tradizionali di Fonni e Busachi. L'abito da sposa tradizionale di Fonni è composto da un fazzoletto (Su Mucadore), una camicia lavorata a mano (Sa ‘Amiscia), un giacchino in broccato ricamato (Su Cippone), una gonna plissettata con balza in seta ricamata e corpetto a due punte (Sa Veste con Sas Palas), un grembiule in panno e seta decorato (Su Saucciu) e infine una sottogonna in orbace e panno (Sa ‘Amiscedda). Il costume de priorissa di Busachi, di proprietà della Signora Elisabetta Concudu, è composto da una camicia bianca in cotone, con il petto, s'imbustu, finemente ricamato a mano con rappresentazioni sulla vite, sa mosta 'e sa ide. Il corpetto (palas) e il giacchino (gippone) bianco in broccato a fiorami policromi. Gonna rossa (unnedda) in panno interamente plissettata e arricchita da diverse balze, ad esclusione del pannello frontale, in tessuto meno pregiato, coperto dal grembiule (parenanti). Il fazzoletto, (muncadore 'e tullu) bianco in tulle di forma quadrata e ricamato a mano. Sullo sfondo saranno presenti alcune televisioni d’epoca.

Nella vetrina di Radiolina saranno invece protagonisti gli abiti tradizionali di Sinnai, Meana Sardo e Sant'Antioco. L'abito di Sinnai, appartenente alla collezione privata di Gigi Frigau, è un abito nuziale tradizionale, tipico delle classi alte e caratterizzato da tessuti pregiati come tulle ricamato, velluto e broccato, con decorazioni in oro e argento. L'abito di Meana Sardo, che fa parte della collezione privata di Marina Mattana, è composto da sa camisa: camicia in lino prodotto in loco, chiusa da bottoni in oro brunito. Sa palabascia: corsetto in broccato. Su cippone: corto bolerino a maniche lunghe chiuso da gancera in argento. Sa unnedda: in orbace prodotto in loco. Sa cinta: in orbace bordato da seta turchese. Su pannisceddu: benda in lino prodotto in loco, si indossa su due fazzoletti: su trubanti e su muncadore de trempa. L'abito da sposa di Sant'Antioco, di proprietà di un socio della Proloco, è composto da una camicia (camisa) bianca con ricami sul petto e polsini. Un giacchino (gipponi) bordeaux in velluto, con i polsini arricchiti da ricami realizzati con perline e bordati con passamaneria gialla. uno scialletto da sposa (perra 'e seda) verde e viola in seta operata, di forma triangolare e arricchito da lunghe frange in filo di seta lavorate a macramè. Sul capo il muncadori, velo bianco in tulle di forma quadrata e ricamato a mano. Sopra il fazzoletto (panniccu de colori) azzurro in orbace, di forma rettangolare. Questa vetrina ricrea una scena festosa con chitarra, cuffie e radio vintage perché la musica è da sempre colonna sonora di chi siamo.

(Unioneonline)

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