Cagliari, Mauro Biglino presenta il suo ultimo libro
Lo scrittore ospite del Festival Dialoghi di CartaPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Per capire ciò che sta accadendo a Gaza, secondo Mauro Biglino, bisogna leggere la Bibbia e capire come la interpreta Netanyahu, il leader israeliano su cui ricade la principale responsabilità del massacro palestinese.
Il primo ministro di Israele, sostiene lo scrittore torinese, ospite stasera a Cagliari (Giardini pubblici, ore 20) del festival Dialoghi di Carta, «si sente legittimato dal testo sacro, nel quale si parla di “uomo di guerra“, e non di Dio come si crede, che ordina di sterminare gli avversari per occuparne i terreni». Yahweh, ovvero il nome di Dio per la dottrina ebraica, spiega lo studioso che ha tradotto 19 libri dell’Antico Testamento per le Edizioni San Paolo, «ha promesso ad Abramo un territorio molto più grande di quello realmente posseduto». In nome di quel patto, Israele giustifica sé stesso.
Settantacinque anni, autore di vari saggi dedicati alla Bibbia, Mauro Biglino si è imposto al grande pubblico a partire dal 2010 proponendo un’originale rilettura testuale delle Sacre Scritture a causa della quale è stato allontanato dalle Paoline. Un’instancabile opera di divulgazione lo ha portato a tenere numerose conferenze e partecipare a convegni internazionali, in cui si è confrontato con esperti di vari ambiti. La sua tesi è che la Bibbia contenga evidenti tracce della vera origine dell’umanità. Letteralmente gli esseri umani sarebbero stati “fabbricati” da una comunità di individui non terrestri, gli Elohim, successivamente trasformati in divinità a partire da uno di loro, Yahweh, che nell’Antico Testamento è solo il “governatore” di una delle tante famiglie ebraiche, quella degli Israeliti.
All’appuntamento dei Dialoghi, rassegna letteraria organizzata dall’associazione La Fabbrica illuminata ETS, con il sostegno del Comune di Cagliari e la Regione Sardegna, Biglino presenta il suo ultimo libro: “Cieli in fiamme. Guerre, macchine e tecnologie nei testi antichi” (Tuthi – 2025), scritto a quattro mani con Erich von Däniken (studioso di paleoastronautica), in cui affronta il tema dei conflitti a partire dal rapporto tra uomini e dèi.
In dialogo con Giovanni Follesa, condirettore del festival insieme con Rossana Copez, porterà un altro argomento a sostegno della sua teoria: la concordanza dei miti fondativi delle varie genti.
«Dal Centro America all’Europa, all’India, Giappone, Cina, Africa, Australia, i popoli raccontano tutti la stessa storia: una civiltà superiore è sopraggiunta e ha trasformato esseri poco più che animali in donne e uomini civilizzati».
I Sumeri, afferma Biglino, lo dicono chiaramente: «Noi mangiavamo l'erba dei campi come gli animali. Poi sono arrivati loro e ci hanno insegnato a coltivare i cereali, a costruire le città, a vivere in modo organizzato. Quindi ci hanno insegnato la cultura, a scrivere, leggere, far di conto». Non si tratta, come si potrebbe presumere, di miti che i popoli immaginano per spiegare le proprie origini, ma di cronache, storie vere. «Ogni popolo ci parla di questi esseri evoluti anche se poi gli dà nomi diversi. Ora, siccome migliaia di anni fa non c’era Internet, è difficile pensare che tutti, in luoghi diversi del pianeta, abbiano inventato la stessa storia». Persino i nuraghi potrebbero essere espressione di questa civiltà progredita, anche se, precisa Biglino, in questo caso non esiste un’ipotesi più valida di un’altra, per cui lo scrittore “mantiene la mente aperta“, rifiutando un atteggiamento dogmatico. L’unica cosa che possiamo dire, sostiene, è che esiste una scrittura nuragica affine agli alfabeti diffusi nel Mediterraneo orientale. Alla luce di queste considerazioni, “Restare umani“, come invita il tema dei Dialoghi, «vuol dire capire chi siamo e, una volta presa coscienza di questo, scegliere liberamente in che cosa credere».