Buddusò, nuovi scavi alla scoperta del sito archeologico Sos Muros
Sul campo fino ai primi di luglio, gli studenti della facoltà di Archeologia dell'ateneo sassarese e altri colleghi che arrivano dal resto d'ItaliaPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Il villaggio nuragico intorno al santuario con pozzo sacro di Sos Muros, a Buddusò, potrebbe essere il più esteso della Sardegna. Per definire la sua ampiezza, che interessa oltre venti ettari in un'area con resti affioranti di capanne circolari, è stata avviata una nuova campagna di scavi, sostenuta dal rinnovo della convenzione (triennale, valida fino al 2027) tra il Comune di Buddusò e il dipartimento di Scienze umanistiche dell'università di Sassari, in continuità con il progetto siglato nel 2019 tra i due enti per ricostruire la storia e l’organizzazione spaziale del sito, che si data tra l'età finale del bronzo e la prima del ferro.
I nuovi lavori di indagine, in regime di concessione ministeriale del Mic e diretti dall'archeologa Giovanna Fundoni, hanno ripreso gli scavi dagli ultimi ritrovamenti, dello scorso anno, nelle vicinanze del pozzo, tra cui una struttura circolare, dal diametro di dodici metri, che custodisce manufatti funzionali alla filatura e alla tessitura e ceramiche per la preparazione e il consumo di cibo.
Iniziati nel 2019, i primi scavi hanno portato alla luce il pozzo sacro, scoprendo sei gradini, dopo aver liberato la fonte dal deposito di pietre e terra crollate dalle parti esterne. Durante le successive stagioni di ricerca, sono stati rinvenuti residui votivi e strutture cerimoniali, salvati dagli scavi clandestini che hanno interessato il sito prima dell'avvio del progetto istituzionale.
Sul campo fino ai primi di luglio, gli studenti della facoltà di Archeologia dell'ateneo sassarese e altri colleghi che arrivano dal resto d'Italia. Obiettivo dell'amministrazione comunale, valorizzare e rendere accessibile l'area sacra per farne anche un patrimonio attrattivo per il turismo lento e sostenibile.