Arte: Mario Zidda ricorda la gallerista nuorese Sandra Piras Sanna
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Un delicato, puntuale e affettuoso ricordo.
È l'intervento che Mario Demuru Zidda (sindaco di Nuoro dal 200 al 2010) dedica sul nostro sito a Sandra Piras Sanna, figura centrale nella diffusione dell'arte a Nuoro, recentemente scomparsa.
Le cronache dedicate a Nuoro e al Nuorese sul finire degli anni '60 danno conto di un territorio scosso da una grave disagio sociale,e sono lo specchio dell'affanno della società agro pastorale nel tentare di mettersi al passo con lo sviluppo economico,che pure da tempo attraversa, in misura disomogenea, molte regioni d'Italia.
I giornali dell'epoca danno conto della drammatica situazione (si direbbe permanente) dei sequestri di persona che martoriano le comunità dell'interno,con recrudescenze particolarmente acute, quali quelle registrate fra la seconda metà degli anni '60 e la prima metà degli anni '70. Sono gli anni che precedettero l' "industrializzazione" della Sardegna Centrale, con la quale lo Stato e la Regione tentarono di imprimere una trasformazione, di dare una risposta al malessere e all'arretratezza denunciate dalla Commissione d'indagine sui fenomeni del banditismo.
In termini più generali, ormai lontani i tempi della cosiddetta "Atene sarda", Nuoro viveva una condizione di capoluogo marginale, di un territorio a sua volta marginale; non privo di fermenti, tuttavia, come altre volte era accaduto nella sua storia, e come testimonia anche, significativamente, la inaugurazione, a pochi mesi dall'evento che qui si racconta, della piazza-monumento dedicata a Sebastiano Satta, realizzata da Costantino Nivola, densa di valenze innovative nell'ambito di diversi linguaggi (artistico, architettonico, paesaggistico, poetico, estetico).
La manifestazione più significativa di ciò si ebbe proprio nel dicembre del '66 con l'apertura, appunto a Nuoro, di una Galleria d'Arte, denominata Galleria "UNO", che assunse di lì a poco la definitiva denominazione di Galleria "Chironi 88".
Prese il nome dalla via che la ospitava, nel cuore della Nuoro più antica... quasi arcaica, espressione della suo mondo pastorale, ispirazione narrativa e poetica di molti protagonisti della ormai memorabile "Atene sarda", appunto. Fu la prima Galleria d'Arte in città, come ricorda Marcello Serra nella sua presentazione d'invito alla inaugurazione: "alle ore 11 di domenica 18 dicembre 1966".
Fino ad allora, ordinariamente, le rare mostre che vi si svolgevano avevano luogo in locali d'occasione, segno della episodicità di queste manifestazioni. Ideatrice e animatrice, da quel momento assidua e instancabile, dell'attività della nuova galleria fu Sandra Piras Sanna, "Sandrina" per tutti... quasi un nome di battaglia, per una donna volitiva e tenace, quale appunto si rivelò essere nell'intensa attività di animazione artistico-culturale svolta nell'arco del trentennio a seguire.
La Galleria "Chironi 88" chiarì da subito i suoi intendimenti e i suoi orientamenti artistici, affiancando a ciò una programmazione coerente e assidua di esposizioni e di dibattiti, sostenuta dalla personalità fortemente propositiva e dall'appassionato spirito di ricerca della sua titolare.
Cardine della attività doveva essere un chiaro orientamento di tendenza, volto alla contemporaneità nell'arte nazionale e isolana, con lo sguardo rivolto al mondo; un'attività attenta allo scambio di esperienze e di confronti critici, di inquadramento dell'arte sarda e nuorese nei contesti in cui si verificano i cambiamenti più significativi dei linguaggi, della forma e della materia.
Le prime stagioni artistiche della nuova Galleria furono contrassegnate da importanti mostre di pittori italiani quali Gianni Dova, Sergio Dangelo, Ezio Gribaudo, Emilio Scanavino, e dei sardi Mauro Manca, Gino Frogheri, a cui seguì una importante mostra di Renato Birolli, e poi ancora la "Biennale dei giovani pittori fino a trenta anni", che ebbe notevole riscontro nella critica nazionale. Poi la mostra "Espace Abstraits Internazionale", a cui intervenne con una conferenza il critico francese Michel Tapié, con la partecipazione di artisti di moltissime parti del mondo, che introdusse i Nuoresi (e non solo) "al mistero e al fascino" dell'arte informale, o del "gesto", come nel caso degli artisti della "action painting".
Fino a giungere nel 1971 alla mostra celebrativa dell'arte di Mario Sironi, ampiamente recensita dalla stampa nazionale.
A seguire le mostre de "i maestri della Pop Art": Warhol, Rauchembergr, Lichtenstein, Indiana e altri; le "personali" dei maggiori artisti sardi contemporanei (M.Lai, N.Dore, P.Pantoli, G.Frogheri, C.Nivola, fra gli altri).
Alle mostre dedicate all'opera di Michelangelo Pistoletto, Andrè Verdet, Jens Jensen, Piero Dorazio, Rotella, Veronesi, si inframmezzarono sistematicamente le personali o collettive dedicate agli artisti sardi ascrivibili all' "orizzonte" programmatico della "Chironi 88" : G.Nonnis, G.Canu, A.Secci, V.Satta, S.Cara, A.Pintori, G.Campus, I.Panzino, P.Bullitta, G.Pinna, I.Antico, V.Tolu, fra gli altri già citati.
La Galleria "Chironi 88" esplicitò meglio il suo ruolo, negli anni successivi, con due iniziative che consentirono di cogliere il temperamento battagliero di Sandrina Sanna, trattandosi di iniziative decisamente coraggiose e "difficili" da compiere: nel 1982 la prima mostra delle donne artiste sarde (non "al femminile", come vollero precisare), articolata in tre luoghi, che seppe dar conto di una realtà di grande interesse fino ad allora praticamente, e colpevolmente, ignorata ad ogni livello.
La seconda iniziativa, nel 1983, a Nuoro, una mostra che indagava e documentava, con un taglio critico di grande rigore (e perciò "scomoda"), la ricerca artistica nelle arti figurative in Sardegna negli ultimi venticinque anni, dal titolo "Nuove tendenze a confronto negli anni dell'Autonomia".
La mostra, organizzata dal Comune e dal Consorzio bibliotecario nuoresi, venne curata da Salvatore Naitza e Sandra Piras Sanna: "escudendo riconoscimenti e premi, si poneva eccezionalmente in termini di riflessione collettiva e dialetticamente articolata sulla produzione artistica sperimentale negli anni dell'Autonomia; il problema non era tanto o solo quello di giudicare, quanto di lavorare all'apertura di condizioni di dialogo nuove" . In entrambe le due iniziative citate, e con particolare maggior evidenza nella seconda, era implicita la sfida di una verifica su quanto e in che forme l'arte e gli artisti sardi, nell'ultimo trentennio, avessero saputo incidere sui processi di "identità e maturità storica" dei sardi, negli anni di progettazione ed attuazione delle architetture della loro Autonomia.
La tensione critica, documentaria e di confronto nell'ambito del mondo dell'arte in Sardegna, fatta salva qualche buona istituzione museale, sembra oggi essersi persa, o almeno affievolita, e persino le forme del rapporto fra pubblico potere e arte sembrano voler riassumere vecchie connotazioni, antiche pratiche non precisamente lodevoli.
La "Chironi 88", finché ha potuto resistere, ha spaginato un capitolo originalissimo della storia della cultura in Sardegna, dimostrando quanto può incidere sul cambiamento anche una sola donna, un solo uomo. Sandrina Sanna, scomparsa di recente, ha lasciato un segno personale nel mondo della cultura e dell'arte in Sardegna, proprio testimoniando che il coraggio, la passione, il sogno e la competenza, quando alleati possono muovere il mondo cambiandolo.
Mario Demuru Zidda