Antonio Gramsci su Le Figaro: «Un gigante del pensiero, le sue idee ci aiutano a capire la nostra società»
Il più importante quotidiano francese ha dedicato un’intera pagina all’intellettuale sardoPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
C’è un rinnovato interesse nei confronti di Antonio Gramsci, studiato e tradotto in tutte le lingue del mondo. Analisi e approfondimenti in chiave di riscoperta di idee e pensieri che mantengono tratti di grandissima attualità. Secondo Gianni Fresu, docente d Filosofia politica all’Università di Cagliari dopo una lunga esperienza di insegnamento all’Università Federale di Uberlândia in Brasile, “l’autore dei Quaderni del carcere non può essere sottratto dalla lotta politica contemporanea, trasformando la sua eredità in memoria letteraria del passato o riservando le sue categorie all’esegesi di un clero di specialisti”. Su questa linea si muove Le Figaro, il più importante quotidiano francese, che ha dedicato un’intera pagina a Gramsci.
Idee per il presente
L’articolo, con il titolo «Antonio Gramsci, il piccolo gobbo odiato dal fascismo», è firmato da Sébastien Lapaque, scrittore e saggista. Mussolini lo definì: «Un piccolo gobbo, straordinariamente intelligente e astuto».
Gramsci, per Lapaque, è “un monumento delle scienze umane” e nel periodo della durissima detenzione a Turi “il suo cervello non ha mai smesso di funzionare”. Al contrario del brutale proposito del pubblico ministero fascista Michele Isgrò (“Bisogna impedire a questo cervello di funzionare per vent’anni”). Morto nel 1937 all’età di 46 anni, ha lasciato un capolavoro di duemila pagine ricco di spunti, indicazioni, valori e stimoli per il presente e per il futuro. Le Figaro riporta alcune idee che non perdono valore. Una in particolare: «L’aspetto della crisi moderna che viene lamentato come «ondata di materialismo» - scrive il fondatore del Partito comunista - è collegato con ciò che si chiama crisi di autorità. Se la classe dominante ha perduto il consenso, cioè non è più dirigente, ma unicamente dominante, detentrice della pura forza coercitiva, ciò appunto significa che le grandi masse si sono staccate dalle ideologie tradizionali, non credono più a ciò in cui prima credevano ecc. La crisi consiste appunto nel fatto che il vecchio muore e il nuovo non può nascere: in questo interregno si verificano i fenomeni morbosi più svariati».
Il disordine francese
Lapaque riporta queste considerazioni ai fenomeni sociali e politici che attraversano oggi la Francia come un vento di ribellione senza controllo: dai Gilet gialli, alla costante progressione del Rassemblement national, alla violenza urbana, all’antisemitismo delle banlieues. «I gruppi sociali – sostiene l’autore del lungo articolo pubblicato su Le Figaro – sono sganciati dai partiti tradizionali e una grande massa risulta abbandonata». Dinamiche e processi che Antonio Gramsci, pur in un contesto storico differente, aveva studiato e interpretato introducendo, come antidoto al disordine e alla disillusione, il concetto di egemonia ovvero, per dirla con lo storico della politica Peter Thomas, «il processo attraverso il quale le forze sociali sono integrate nel potere politico di uno Stato esistente”. È curioso che la patria dei Lumi e di una rivoluzione che ha segnato la storia dell’Europa e del mondo pensi, per tentare di spiegare la sua crisi, a Gramsci, a un «gigante del pensiero» odiato dal fascismo, e alle sue idee che non possono essere considerate semplice «memoria letteraria».