Capitava, nelle lunghe nottate al giornale, che raccontasse della bellezza dell’uliveto e della bontà delle arance di Villacidro, luogo del cuore dove l’amatissimo padre Silvestro Grandesso Silvestri era stato per molti anni pretore. Così, anche nel suo autunno, quella generosa e mitica campagna era diventata per Corrado vita e tranquillo rifugio. Una nuova esistenza dopo quella dedicata al giornalismo, professione esercitata in prima linea all’Unione Sarda, con passione, assoluto rigore e grandissima professionalità. Lunedì pomeriggio il suo cuore si è fermato, all’improvviso, nella sua Villacidro. Troppo presto. Aveva 74 anni.

Cronista rigoroso

Basta andare indietro coi ricordi per capire chi era: un cronista, cresciuto alla scuola di Vittorino Fiori, che ha firmato pagine e pagine dell’Unione Sarda, prime fra tutte quelle dedicate al “Caso Manuella”, vicenda tra le più spinose che abbiano attraversato Cagliari. Dalla sua Olivetti color avorio uscivano pezzi precisi, ricchi di informazioni, densi del senso civico e di giustizia che lo animavano. Un professionista con la “schiena dritta” e con un carattere difficile, spigoloso, ma sempre capace di acute osservazioni che valevano come lezioni. Se un titolo non lo convinceva non avrebbe mai licenziato la pagina per la tipografia: era un perfezionista.

Di questa professione aveva vissuto il fascino di un giornale fatto col piombo quando ancora redazione e tipografia dell’Unione erano in viale Regina Elena, davanti al Terrapieno, e poi l’avventura della rivoluzione digitale. Per molti anni era stato il giudiziarista della cronaca per poi dirigerla; negli anni Ottanta era diventato anche corrispondente per La Stampa di Torino. Soprattutto aveva attraversato le molte burrasche senza tradire mai la sua coscienza.

La sua scomparsa ci riempie il cuore di dolore, e questo non riguarda solo noi che siamo stati suoi compagni di scrivania (e che con lui abbiamo discusso). Di Corrado ci resteranno per sempre le pignolerie, i giudizi spesso feroci, le parole d’amore per la sua famiglia e la certezza di aver condiviso un bel pezzo di strada con un giornalista di razza.

Caterina Pinna

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