A Olbia il procuratore che ha messo alla sbarra i nazifascisti: Marco de Paolis incontra gli studenti
Un lavoro durato quindici anni, tra ricerca della verità e volontà di onorare migliaia di vittimePer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Ha istruito oltre 500 indagini, celebrato 17 processi contro i responsabili di 2.600 uccisioni, emesso 57 condanne all'ergastolo per crimini di guerra compiuti dopo l’8 settembre 1943 nelle stragi nazifasciste di Sant'Anna di Stazzema, Marzabotto, San Terenzio e Vinca, Certosa di Farneta, Falzano di Cortona, Civitella e San Pancrazio.
In qualità di procuratore militare di La Spezia, il procuratore generale militare presso la Corte militare d'appello di Roma, Marco De Paolis, nel 1994 riapre il fascicoli dimenticati dal 1960 nell'Armadio della vergogna dove sono stati stipati e nascosti migliaia di documenti che riportavano nomi e cognomi dei carnefici degli eccidi avvenuti durante la Seconda guerra mondiale, rimasti impuniti fino alle indagini portate avanti dal procuratore e raccontate nel libro Caccia ai nazisti (ed. Rizzoli), al centro di un incontro, questa mattina, con gli studenti delle scuole superiori di Olbia.
De Paolis ha risposto alle domande dei ragazzi, moderati dalla docente dell'università di Sassari, Lucia Giovanelli, per raccontare il suo lavoro, durato quindici anni, tra ricerca della verità e volontà di onorare le circa settemila vittime.
«La sua testimonianza ha un valore inestimabile perché rappresenta il coraggio di chi ha saputo far luce sui crimini di guerra e sulle stragi compiuti in Italia durante il Secondo conflitto mondiale: la memoria di quei fatti è un dovere morale per gli adulti e perché sia trasmessa ai giovani», ha detto il sindaco, Settimo Nizzi, partecipando all'evento.