A Cagliari Delia Senes, tra le migliori calligrafe italiane
Appuntamenti organizzati dall’Accademia di Arteterapia fondata e diretta da Cristina MuntoniPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Le volte in cui prova gratitudine per quest’arte in cui è incappata oltre trent’anni fa sono numerose per contarle. Però, quella volta che il piccolo allievo, a conclusione del suo corso di calligrafia, le disse con il broncio sulle labbra che si sentiva orfano, Delia Senes si è commossa. Aveva appena riposto pennini e inchiostro, e il bambino già ne aveva nostalgia. Un’emozione che capita spesso anche agli adulti che frequentano i laboratori di scrittura della calligrafa torinese, originaria di Sassari (classe 1957), oggi e domani a Cagliari per il corso di calligrafia cancelleresca e onciale organizzato dall’Accademia di Arteterapia fondata e diretta da Cristina Muntoni.
«Tracciare un segno su carta, quando lo si fa con maestria, non è solo una questione di abilità e tecnica» dice Senes, ma qualcosa che sollecita tutta la gamma delle emozioni, mette d’accordo testa e cuore. «Una pratica artistica che, mentre sfoggia bellezza, lenisce la malinconia e coltiva la gioia». L’artista, che vive nella capitale piemontese fin da quando aveva tre anni, si imbatté nella calligrafia per caso, all’inizio degli anni novanta, quando ha conosciuto l’associazione “Dal segno alla scrittura“, di cui oggi è vice-presidente e membro del Consiglio direttivo. A fondarla fu Piero De Macchi grafico e incisore torinese scomparso lo scorso anno, che «introdusse la conoscenza e lo studio della calligrafia in Italia».
Da allora, «anche da noi si è formata una tradizione» di cui Senes è una delle esponenti più apprezzate. «Anche noi italiani, come era in Francia qualche decennio fa, abbiamo calligrafi noti a livello internazionale, come Massimo Polello».
Se, come dice Senes, la bella scrittura è “un’emozione creativa“, le qualità per praticarla sono la curiosità e l’empatia. «Scrivere a mano vuol dire portarsi dalla dimensione del “comunicare“ a quella più intima del sentire», e non potrebbe essere diversamente visto che i calligrafi professionisti stilano inviti per matrimoni, compleanni, onomastici; compilano diplomi, titoli onorifici, attestati; scrivono auguri, “lettere d’amore e disamore”, addii e ritorni. Celebrano le prime volte: «il primo dentino, la prima pagella, il primo figlio e il primo divorzio».
Carte vergate con stili gotici o scritture fiamminghe, tracciate con penne d’oca, pennini o pennelli, e inchiostri neri, rossi, verdi, blu e marrone: «piccole opere d’arte che rappresentano anche il cuore di chi le ha create».
La bella scrittura è una pratica discreta, perché tra i nomi di coloro che commissionano i capolavori calligrafici ci sono famiglie importanti, come quella di Napoli per cui, il mese scorso, Senes ha scritto a mano gli inviti di nozze: inchiostro bordeaux su carta Amalfi; oppure aziende gloriose come la casa automobilistica Ferrari che -non poteva essere diversamente- per le preziose carte ha voluto il rosso Ferrari; o ancora, storiche produzioni cinematografiche. «La cartolina postale che compare nella commedia “Lo smemorato di Collegno“ di Sergio Corbucci, l’abbiamo scritta noi calligrafi». Come succede tutte le volte che bisogna evocare antiche scritture.
Anche se non è facile scegliere quella che ha amato di più tra le opere a cui ha lavorato, una in particolare inorgoglisce Senes: la Costituzione italiana scritta a mano da venti calligrafi, nel corso di un’edizione del Salone del Libro, che si sono alternati per riportare su rotoli di carta tutti i 139 articoli. «Ciascuno di noi ne ha scelto uno e lo ha trascritto con il tipo di calligrafia che preferiva. Una testimonianza civile, oltre che un lavoro condiviso che mi ha emozionato via via che prendeva forma».
Disegnare parole, secondo l’artista, è un’attività che genera bellezza e armonia, e ogni volta conduce in luoghi diversi: castelli, musei, archivi, librerie. A Cagliari, nel ruolo di docente dell'Accademia di Arteterapia, viene due volte l’anno, e oltre che muovere il pennello, insegna a far l’inchiostro con il mallo di noce, e a meditare: «Scrivere è un altro modo per pensare».