«Cara Unione,

mai come quest'anno pare che la pazienza sarda sia arrivata al capolinea. Stanchi di continue mancanze di rispetto, di attenzione all'ambiente e di riguardo verso i locali e di sentirci ospiti nella nostra terra.

L'ospitalità sarda è nota per essere profonda, sincera e autentica. Cosa sta succedendo?

Personalmente ho sempre amato e tifato il turismo da una vita. Nel mio piccolo però debbo dire che vi è necessità di un’educazione ai turisti che pensano di trovarsi in un’isola pseudisabitata e di essere liberi di agire in qualsiasi modo.

Il mio condominio vede anno dopo anno la vendita di un appartamento da parte di un sardo e l'acquisto da connazionali.

Affittano senza regole, fanno parcheggiare amici di amici a discapito degli effettivi residenti, fanno danni ingenti e non ripagano, non rispettano gli anziani/malati, e si ritrovano a ridere e sbeffeggiare i sardi per la “lentezza sulla vita e sul lavoro”.

Cara unione probabilmente sì... siamo stanchi e questo sfocia nel chiudere piano piano le braccia dell'accoglienza della nostra Isola.

Stanchi di sentirci ospiti a casa nostra.

Probabilmente un ingrediente basterebbe: rispetto, #respectourisland».

Valentina

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