"Cara Unione,

Da 35 giorni non vedo mio padre anziano, fragile dal punto di vista sanitario e deprivato improvvisamente delle relazioni affettive significative.

Ricoverato in una struttura ospedaliera in stato confusionale improvviso, sottoposto a cure mediche per un’infezione, risponde al telefono solo se aiutato e incoraggiato a farlo. Abbiamo notizie sul suo stato di salute giornalmente tramite contatto telefonico con i medici.

Alla umana sofferenza fisica si aggiunge la solitudine con il conseguente stato di disagio profondo, il senso di abbandono e un rapido decadimento psichico.

In questo momento le cure mediche sono essenziali per lui, ma sono convinta che la sola sensibilità dei sanitari non possa far fronte all’amore, agli sguardi, alle carezze dei familiari.

Le cure relazionali sono, come le ricerche scientifiche dimostrano, insostituibili, umanamente ed eticamente necessarie per favorire e migliorare lo stato di salute.

Penso a quante persone fragili e malate vivono questa condizione inimmaginabile prima della pandemia.

Il sogno più grande per mio padre e per tanti malati non autosufficienti: la riapertura in sicurezza delle visite ai degenti, non si può negare il bisogno dell’amore, della 'cura', dell’aiuto premuroso di altre persone per proteggere la vita e favorire il benessere psicofisico delle persone.

Grazie".

M.G.F.

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