"Gentile redazione,

scrivo per segnalare un caso di 'buona sanità' che, a mio avviso, vale la pena di essere raccontato.

Ho lavorato per 35 anni a Torino, la mia città da sempre, e una volta raggiunta l'età della pensione con mia moglie ho deciso di trasferirmi in Sardegna nella nostra casa delle vacanze, a Marinella (Olbia).

Devo dire che ci troviamo molto bene, tra fiori, piante e un panorama eccezionale e anche se i servizi rimangono a circa 15 km.

Purtroppo, stante la nostra età siamo medici-dipendenti. E qui le buone notizie: l'attuale cardiologo di Olbia, che mi segue con visite annuali, è molto preparato e disponibile. Idem il medico oculista che segue mia moglie, sempre a Olbia, e che l'ha indirizzata al reparto oculistico di Sassari per un breve intervento laser, riuscitissimo, post cataratta.

Nelle nostre visite agli ospedali sardi posso confermare che si tratta di strutture tenute molto bene e gestite con grande attenzione da parte degli addetti, probabilmente un po' sotto organico.

In particolare, mia moglie ammalata da alcuni anni 'glomerulonefrite', e in cura per questo da specialisti torinesi e milanesi, mai era riuscita a risolvere il suo problema se non attraverso discrete dosi di cortisone, quale unico rimedio alla malattia per non finire in 'dialisi'.

In seguito a mie numerose e lunghe ricerche ho scoperto, soprattutto su indicazione di vari primari di nefrologia da me interpellati, che all'ospedale Brotzu di Cagliari era presente un medico studioso della malattia di mia moglie.

Siamo seguiti, ormai da alcuni anni, dal medico professor Pani che in pochi mesi e aumentando leggermente la posologia del medicinale per ridurre la 'pressione' e riducendo parimenti il 'cortisone', ha guarito mia moglie che, malgrado diversi acciacchi, sta finalmente bene.

Grazie, dunque, alla sanità sarda, su cui il nostro parere non può dunque essere che positivo".

Enrico Merlo

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