La lettera del giorno: "Cottarelli, la logica liberista e la vita reale"
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La riflessione di una lettrice sulle analisi degli economisti "mainstream" e sul mondo reale, sempre più povero.
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"Gentile redazione,
i problemi da risolvere non sono la disoccupazione, il trasferimento di ricchezza dal ceto medio/povero al ceto più ricco, la perdita del diritto dei cittadini ad un lavoro e un reddito sufficiente per ciascuno e la propria famiglia, la crisi che ha travolto l'economia procurando fallimenti a catena mandando sul lastrico milioni di persone, la finanza speculativa che manovrando lo spread impone la politica economica, l'assenza di democrazie, la perdite del ruolo centrale del cittadino all'interno della società e l'impossibilità del governo di intervenire efficacemente in zone disastrate perché "non ci sono soldi", le politiche di austerità che mantengono il Paese in stato comatoso, la rarefazione monetaria che impedisce all'economia di funzionare.
I problemi, secondo Cottarelli, sono invece il debito pubblico da abbattere, i conti pubblici in ordine anzi in surplus, l'inflazione dovuta alla spesa pubblica, i deficit statali, la competitività.
Non capisco come è possibili che Cottarelli, e tanti economisti mainstream come lui, ancora non abbiamo capito che il debito pubblico non è altro che il credito privato.
Secondo punto non si capisce per quale logica questo debito deve essere per forza ridotto.
Terzo punto l'inflazione non è un problema quando la moneta è emessa con i giusti criteri, il vero problema è la deflazione.
Quarto, i deficit statali sono NECESSARI, perché rappresentano il risparmio del settore privato, sono soldi che sono presenti nel circuito monetario e sono necessari la suo funzionamento. Al contrario il surplus rende il settore privato più povero e rende la moneta scarsa impedendo il regolare funzionamento degli scambi.
Quinto, dal punto di vista macroeconomico avere i conti pubblici in ordine è una bestialità, non ha nessun senso e nessun fondamento economico. Semmai è corretto l'esatto contrario.
Ultimo punto è che non bisogna scordare mai che il pensiero economico è una scienza sociale spesso, anzi molto spesso, "influenzata" da interessi di parte. Basta guarda come va il mondo: una élite sempre più ristretta di ricchi contro il resto del mondo sempre più povero.
Fateci un pensierino quando li sentite parlare e affermare che 'il problema è il debito pubblico'.
Grazie dell'attenzione".
Anna Paola Usai - Cagliari
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