"Cara Unione,

ho 30 anni e come tanti miei conterranei all'incirca 4 anni fa ho deciso di emigrare dalla mia Regione e da casa mia, Alghero.

Lavoro e vivo in una regione molto colpita dalla pandemia, la Lombardia, specificamente in Provincia di Pavia.

Oggi ho voluto scrivervi perché penso di poter parlare a nome di tutti i sardi che oggi lavorano lontano da casa, molte volte anche contro la loro volontà e costretti da una situazione politica ed economica nella nostra Regione mai cambiata negli ultimi 50 anni.

Da emigrati siamo atterriti oltre che da questa pandemia che ci ha tolto certezze e la nostra vita di tutti i giorni anche dai commenti sui social dei nostri conterranei sardi, che vorrebbero chiudere la Regione e non permettere a nessuno di varcare i nostri confini. Molti di noi hanno scelto di non scappare e rimanere fuori da casa e tutelare parenti e amici.

Ma la proverbiale ospitalità sarda e la nostra generosità dove sono andate a finire? Perché noi emigrati, che in molti casi abbiamo ancora la residenza in Sardegna, dovremmo pagare anche questo scotto oltre che il fatto di essere stati costretti ad andare via da casa?

Spaventa anche la mancanza di un piano dalla politica chiaro e preciso e che tuteli i diritti di tutti e le prospettive economiche della nostra Regione.

Oggi ci sentiamo più soli e più abbandonati, e non solo dalla politica, ma soprattutto dai nostri fratelli e sorelle sardi".

Carlo Ibba

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