“Cara Unione,

scrivo per evidenziare un motivo di vanto e un motivo di biasimo nei confronti della Regione Sardegna.

Siamo due cittadini sia americani che italiani che hanno, pardon, avevano deciso di trasferirsi in Sardegna, per amore dell'isola, per amore delle persone che la popolano, per amore della natura e della storia.

Arrivati abbiamo subito preso residenza nel Comune di Pula e, onore al merito, abbiamo trovato sempre degli impiegati efficienti e gentilissimi.  Un ottimo biglietto da visita per chi desidera vivere qui.

Però al momento della tessera sanitaria, ci siamo scontrati con le famigerate ASL.  Che sono un'entità a parte.

Scortesi, scostanti, incompetenti.

Prima di tutto alla nostra richiesta di tessera sanitaria, in quanto italiani e residenti, la prima domanda che hanno fatto (dopo vari tentativi di contatto)  è stata: ‘Pagate le tasse?’.

Come potrebbe essere possibile visto che siamo arrivati due mesi fa?  Le pagheremo nella dichiarazione dell'anno prossimo.  Ma, poiché non le paghiamo ORA, non possiamo avere la tessera sanitaria.  Ummm.

Anzi no, potete averla (sempre dopo telefonate) ma a pagamento.  Va bene paghiamo.  340 euro per una tessera sanitaria che scade il 31 dicembre.  E poi?  Poi si vedrà. In che senso? Non si può sapere.

Siamo stati vaccinati in Usa, Pfizer e Moderna, entrambe le dosi a fine marzo, chiediamo all'URP il riconoscimento delle vaccinazioni e quindi il Green Pass.  Ci rimandano (sempre dopo varie richieste) all'ufficio vaccinazioni di Cagliari, al quale ho scritto ancora ad agosto dando tutti i dati richiesti.

Mai ricevuto nessuna risposta, neanche una nota.

Nel frattempo esce il decreto del Ministero della Sanità che equipara i certificati vaccinali di Paesi Terzi al Green Pass italiano.  Ma in Sardegna sembra che la notizia non sia arrivata. Tanto è vero che all'ingresso ai Musei chiedono il tampone e perfino per i traghetti di linea bisogna fare il molecolare.

Perché quest'isola che presenta bellezze infinite, scade su cose banali come la cortesia negli uffici dell'ASL e non è informata di quello che viene deciso nel ‘continente’?  Oppure semplicemente non vuole venire informata perché l'indolenza è più facile da gestire dell'efficienza?

Penso che torneremo in Usa, oppure prenderemo la residenza in qualche altra regione più accogliente.

Ma, se fossi sardo, mi porrei qualche domanda.

Grazie per l'attenzione”.

Lettera firmata*

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