Delia, rumena dai capelli biondissimi, viso dolce e slip in pizzo con roselline ai lati, piercing all’ombelico e sulla lingua, riceve i suoi ospiti al secondo piano di una anonima palazzina di Is Mirrionis. Ling, thailandese, vive invece al primo piano al quartiere Fonsarda, mentre Alice, la valchiria brasiliana che promette di far girare la testa, riceve a Pirri.

Delia, Ling e Alice sono alcune delle oltre tremila donne (quasi tutte straniere) che “girano” a Cagliari e si possono contattare sui siti online di sesso a pagamento. Dalla strada (dove in città sono rimaste appena una trentina di persone) agli appartamenti, la prostituzione a Cagliari si concentra sempre più spesso negli spazi chiusi: abitazioni e b&b.

Luoghi “invisibili” e totalmente anonimi, almeno all’esterno: le donne che si prostituiscono indoor, pubblicizzandosi sulla rete, sono sempre di più. Tutti e tutte, clienti e signore della notte e del giorno («perché il desiderio sessuale non ha un orario», dice Mirabella, ventenne rumena), in casa.

A fare quel che si è fatto sempre, solo che adesso si fa tra quattro mura, grazie alla mediazione di internet.

L’articolo completo di Mauro Madeddu su L’Unione Sarda oggi in edicola e sull’App Digital 

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