Se davvero il Dna maschile, estratto da un pelo presente negli indumenti indossati da Manuela Murgia il 5 febbraio 1995 giorno in cui è stata trovata morta nel canyon di Tuvixeddu, non è di Enrico Astero, allora di chi è? Inevitabilmente le indagini si allargano, come già sta avvenendo nel più stretto riserbo, verso altre ipotesi: come quella del coinvolgimento della ragazza in qualcosa di molto più grande di lei.

L’esame – come consentono le regole dell’incidente probatorio – effettuato dal generale Luciano Garofano, consulente della difesa del 54enne, non lascerebbe spazio ad equivoci: non ci sarebbe alcuna concordanza tra il profilo genetico del reperto maschile trovato sul corpo della ragazza e il dna di Astero.

«Noi», fa sapere Marco Fausto Piras, avvocato dell’indagato, «siamo molto sereni. Possiamo solo aspettare l’esito ufficiale dei Ris». E con l’eventuale uscita di scena dell’ex fidanzato di Manuela, gli inquirenti dovranno seguire altre piste investigative.

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