Zaino a terra
Caffè Scorretto
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È estate, gli aeroporti si affollano e quelli sardi in particolare. Questo dà una bella opportunità di studiare la propriocezione, e in particolare il bizzarro fenomeno in base al quale ciascuno ha una percezione di sé abbastanza sovradimensionata quanto al ruolo sociale e allo spessore morale, ma molto sottodimensionata dal punto di vista fisico. In sostanza tutti o quasi i passeggeri di un aereo pensano di essere delle belle persone e forse anche dei pilastri della comunità, ma prendono posto e si apposentano come se fossero all’oscuro di avere dei gomiti. E dopo lo sbarco, quando è il momento di salire sul bus navetta che porta allo scalo, quello zaino del quale andavano tanto orgogliosi perché ci hanno fatto stare tutti i cambi e gli slip e i caricabatterie dimenticano magicamente di averlo addosso. E quindi lo usano come inconsapevole strumento di oppressione per i compagni di trasbordo. Perciò zainate in faccia e spintoni a destra e manca.
Qui non si vuole tentare la metafora o lanciare il messaggio new age. Il punto non è che ci portiamo sul groppone la nostra storia e a volte siamo ingombranti per le cose che portiamo con noi lungo il nostro cammino. Il punto è proprio che quando vai in vacanza in Sardegna o dove ti pare, sul bus navetta il maledetto zaino matrimoniale te lo devi sfilare e posarlo a terra. Grazie.