E così, direbbe Belli, c’è er Papa novo. Auguri di un regno bello e forte come il nome che si è scelto, ma ben più lungo. Da oggi avremo modo di conoscerlo. E intanto inevitabilmente sbiadiranno i ricordi di questa Sede vacante così breve, però ci sono un paio di bozzetti, di schizzi che magari dovremmo appuntarci.

In primis il cardinale Pizzaballa sorpreso dalle telecamere col naso per aria nella Sistina, e mentre gli altri cantano e pregano lui ammira la volta. Qualcuno ha sorriso, trovandolo naïf. Ma è la cosa più naturale e giusta che si possa fare in un Posto così. Da qualche parte Giulio II, che volle quegli affreschi, avrà sorriso.

E poi il cardinale Bychok, certo. La prima volta che esordisce in serie A un tipo più giovane di te fai spallucce. Quando uno più giovane di te si ritira dal calcio, e magari i giornalisti già da un po’ lo chiamavano “vecchio leone”, quello fa già un certo effetto. Peggio ancora quando diventano leader di partito tizi e tizie nati dopo di te. Ma quando entra in conclave un’eminenza 45enne è una bella botta.

Ma poi guardi la simmetria del colonnato, ti perdi fra le coreografie di vesti rosse in processione e le liturgie santamente sempre uguali, inali il profumo del latino, la solennità dell’incenso. Prendi per un orecchio il demone meridiano e gli bisbigli: vecchio sarà tuo zio, io oggi sono antico. Modestamente.

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