E … venne bandita la parola “negro” (sostituita con nero), e per decine di altre parole relativamente innocenti come spazzino, bidello, handicappato, donna di servizio vennero creati doppioni più o meno ridicoli, ipocriti o semplicemente astrusi: operatore ecologico, collaboratore scolastico, diversamente abile, collaboratrice familiare». Firmato Luca Ricolfi sul quotidiano La Repubblica. Ricolfi è un sociologo e politologo fra i più noti e stimati. I suoi scritti lo collocano ideologicamente a sinistra. Il suo pensiero, però, non si è mai fossilizzato. Tanto che da sinistra lo accusano di stare a destra e da destra di militare a sinistra. Da pochi giorni collabora con il quotidiano fondato da Scalfari, specchio e vetrina del cosiddetto progressismo. Nel suo primo articolo, spontaneo come un flusso di coscienza, ridicolizza e condanna il politicamente corretto, il sessismo, l’identità di genere, il razzismo, le discriminazioni, la neolingua, la cancel culture: cavalli di battaglia di minoranze chiassose e iperattive che militano a sinistra. Di fronte alle quali la maggioranza conservatrice, pavida, sta immobile sul greto del fiume e attende. Sa che prima o poi, affidati alla corrente dalla sinistra resipiscente, i cadaveri delle follie ideologiche passano. Le prime salme stanno arrivando.

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