I l proscritto Silvio Berlusconi, per quattro volte capo del governo, forse è matto. Lo sospetta un giudice che ne ha chiesto la perizia psichiatrica. Un dubbio l’abbiamo avuto anche noi. Abbiamo pensato che non ha tutte le rotelle a posto chi vivendo negli agi si lancia nell’agone della politica entrando dalla porta sbagliata. Impugnando la baionetta del centrodestra Berlusconi sconfisse la potente macchina da guerra della sinistra postcomunista. Fidando sullo scudo fragile della democrazia pensò di farla franca: altro indizio di follia. La stampa di parte avversa lo dipinse come potenziale dittatore, pubblici ministeri per lo più rossotogati lo accusarono d’essere corruttore, stragista, mafioso, lenone, evasore fiscale e, persino, metronomo dell’infernale bunga bunga: danza peccaminosa importata in Brianza aggirando la dogana dei moralisti della domenica. Per questo ha subito 90 processi e 3.800 udienze. Colpito anche da pesanti malanni fisici, scampato alla morte per Covid e al Travaglio che gli morde con assiduità infernale i polpacci, sembrava annientato. Invece è tornato sulla scena. Un po’ appannato, ma con un viso sorridente e liftato da fare invidia a Joe Biden. Per abbatterlo ci vuole un maramaldo coraggioso. Lo abbiamo trovato. Nell’Italia politico-giudiziaria non ne mancano mai.

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