Sobrietà, sobrietà
Caffè Scorretto
Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
O ggi è 25 Aprile. Se neppure il superlutto nazionale per la tragedia inaudita di un pontefice morto 88enne nel suo letto vi toglie la voglia di farla lunga con libertà, democrazia e altro modernariato, vogliate almeno attenervi alla sobrietà predicata dal ministro Musumeci nella sua ultima enciclica.
Intanto i canti: nessuna censura, chiaramente, ma evitiamo espressioni divisive come “Bella” (che discrimina chi non corrisponde a determinati canoni estetici) e “Ciao” (troppo confidenziale e volgaruccio). Per chi proprio non sa tacere, c’è uno spigliato cantabile già bollinato da Palazzo Chigi: “Un dopopranzo / Dopo il caffè / Gentilissima mi stia bene, gentilissima mi stia bene, gentilissima mi stia bene-bene-bene / Un dopopranzo / dopo il caffè / ho trovato il visitator”. Quanto ai nostalgici più irrecuperabili, sarebbe apprezzato se optassero per l’Interregionale, versione senza testo dell’Internazionale, liberamente fischiettabile o (meglio) allusivamente mugolabile. Slogan e striscioni che ricordano passate occupazioni germaniche (per quanto, diciamolo, la pur deprecabile calata dei longobardi risalga ormai al 568) e le vittime di Marzabuno e Marzabdue (Marzabotto è davvero una forzatura, dai) sono naturalmente ammessi, ma in forma garbata e simpatica. Ad esempio “Un bel giogo dura pogo” e cose così. Ancora condoglianze.