S e un osservatore sostiene che Joe Biden ha ridotte capacità psicofisiche, per i polemisti da tre palle un soldo è un sostenitore di Trump. Come è fascista chi non è di sinistra. È un pensiero debole che si sta radicando nelle teste di chi si lascia trascinare dalle diatribe politiche che infestano i social. Dove, fatte salve le scarse eccezioni di chi esprime pareri ragionati, imperversano leoni che belano e pecore che ruggiscono. E asini che ragliano. Perciò, secondo il suddetto automatismo, chi considera Biden inadatto a rivestire per altri quattro anni il ruolo di presidente vorrebbe Trump alla Casa Bianca. Ossia, preferisce un megalomane esaltato alla ricerca di rivincite personali, a un anziano signore con problemi di memoria e influenzabile. C’è da compatire l’americano medio e benpensante che, se non accadranno eventi politici straordinari, dovrà scegliere tra questi due candidati: una situazione che rivela lo stato di declino dell’Occidente, di cui gli Usa sono la punta dell’iceberg. Biden è un rischio, Trump è un pericolo. In un momento storico in cui le forze antidemocratiche comuniste, ex comuniste e islamiche fanno fronte unico contro l’Occidente, lo stato guida di questa parte del mondo sta abdicando al suo ruolo. Il prossimo presidente del Decadente Impero d’Occidente potrebbe essere il Romolo Augustolo del XXI secolo.

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