L a storia di Scandiano nei termini scelti ieri da alcune testate – il violento che terrorizza l'ex moglie, poi si presenta dai carabinieri al grido di “arrestatemi o la ammazzo davvero” e quelli lo mettono al fresco – oltre che ingenua rischia di essere fuorviante.

Il tipo è stato arrestato non per quanto di criminoso gli frullasse per la testa ma per ciò che aveva fatto e fino a un minuto prima continuava a fare: minacciare e perseguitare l’ex moglie. L’arresto preventivo si inserisce in quel filone carcerario-sostanzialista che piace a tanta informazione, e dall'ineffabile “evade dai domiciliari per farsi incarcerare: non sopportava la suocera” si dirama in una specie di saga bonaria alla Maresciallo Rocca, un Minority Report all’amatriciana. Il pericolo è che queste seducenti fantasticherie su commissari col cuore in mano che arrestano i cattivi su richiesta coprano con i loro colori pastello una realtà: esistono associazioni che ascoltano e aiutano gli uomini maltrattanti. E non è un’informazione che corra lungo un tamtam underground: basta una ricerca su Google. Chi si rende conto di essere diventato pericoloso, chi si accorge che la propria violenza non è una ribellione tragica contro le ingiustizie commesse dalla vita o dalla donna ma solo violenza, non va indotto a pensare che se ci tiene può essere arrestato. Ma che può arrestarsi.

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