U na flottiglia di natanti, tutti issanti bandiere palestinesi, vorrebbe approdare davanti alla Striscia di Gaza dove infuriano combattimenti feroci. Alla spedizione partecipano nostri concittadini, che a sprezzo del pericolo vogliono andare a fare non si sa bene che cosa, ma vogliono farlo. Siccome droni proiettili e missili non scansano i buoni samaritani, qualche avventuroso potrebbe rimanerne vittima. Tutti corrono rischi: come chiunque si infilasse in un corridoio di guerra senza avere l’invulnerabilità del mitico Achille. Gli organizzatori della spedizione hanno anche intenzione di forzare il blocco navale posto al limite delle acque territoriali israeliane. Se lo faranno saranno respinti e qualcosa di spiacevole potrebbe accadere ai nostri connazionali. Un’eventualità che ha fatto sgorgare i do di petto dei soprani e tenori della sinistra, che accusano il governo di avere inviato solo due navi militari “d’osservazione”. Che cosa dovremmo fare, dichiarare guerra a Israele? Non possiamo fare neppure la faccia feroce essendo, la nostra, quella dell’enorme ma mite ministro Crosetto. Affidiamoci allora al patriota Landini e ai suoi scioperi punitivi. Da pacifisti quali ci professiamo potremo sfogare la nostra ira e fracassare negozi, uffici, vetrine e teste di poliziotti. Netanyahu si spaventerà moltissimo. Hamas invece ringrazierà.

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