S embrerà una simpatica stramberia ma il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, quando dice di vedere Mario Draghi come Gesù camminare sulle acque rende bene l’idea dei miracoli che il presidente del Consiglio sta facendo per tenere insieme la squadra solida come il burro nel forno a microonde. Per capirlo non ci vuole la laurea alla Leopolda. Non si può votare una legge, un decreto o una qualunque proposta e cinque minuti dopo il tutti liberi di Draghi, prima di infilarsi al bar sotto palazzo Chigi per un aperitivo, annunciare al mondo che quel provvedimento non funziona e che dovrà essere necessariamente modificato in Parlamento. Le ultime due: concessioni balneari, riforma della Giustizia. Solo un anticipo, tutto fa pensare che così sarà per tutte le proposte che da qui alle prossime elezioni il Governo approverà “all’unanimità, fatti salvi i ripensamenti”. La Lega ci gioca, i 5 Stelle ci ripensano, Renzi sta quatto ma non quieto, Letta riflette. Siamo a questo punto, appesi a un sondaggio per un vantaggio di parte che quasi mai coincide con quello del Paese. Mario Draghi può fare tutti i miracoli del mondo, anche camminare sulle acque del Tevere, ma non quello di far capire a chi ha in mente altro che gli accordi presi non sono le “leggi di Torino” che cambiano dalla sera al mattino. Se questo è, punto e a casa.

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