Reparto profezie
Caffè Scorretto
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Mentre la Consulta si prepara ad ascoltare i proponenti dei referendum, improvvisiamo un po’ di profezie facili facili. Quelli su fine vita e cannabis passeranno lisci, quelli sulla giustizia inciamperanno almeno in parte sulla riforma Cartabia.
Poi in campagna elettorale sarà un carnaio demagogico: i talk show arruoleranno gli esponenti più folk del Sì e del No, i giornali saranno più pacati ma nel complesso si infischieranno abbastanza dei temi in discussione (concentrandosi su quanto il tale quesito rafforzi o danneggi la tenuta del governo Draghi), i social diventeranno un Vietnam addirittura più del solito. Poi in primavera gli italiani diranno sì al suicidio assistito e alla libertà di canapa, non perché siamo diventati il Paese di Voltaire ma perché chiunque ha paura di morire come un cane e a molti importa poco che qualcuno si faccia una canna se nel bar accanto vendono whisky come se non ci fosse un domani. Dopo qualche settimana qualche politologo scuoterà la testa dicendo che il risultato referendario è troppo tagliato con l’accetta e su certe complessità sarebbe giusto far decidere la politica. E molti annuiranno, dimenticando che il Parlamento da anni fischietta e si guarda le unghie quando si parla di vita, di morte e di libertà. I referendum sono in partenza una sconfitta della politica. Speriamo almeno che vadano come è giusto.