Potere al popolo?
Caffè Scorretto
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L a legge elettorale italiana è una spina nel fianco della politica. Siamo passati dal Mattarellum al Porcellum (il nome dice tutto) e al Rosatellum. I problemi sono rimasti. L’esigenza sarebbe quella di garantire la rappresentanza dei territori, la volontà popolare e la governabilità. Nella Prima Repubblica, vigeva il sistema proporzionale. Era facile individuare la forza elettorale di ciascun partito, ma il risultato erano governi caduchi, con i partiti governativi (Dc, Psi, Psdi, Pri e Pli) che ruotavano a Palazzo Chigi con il solo scopo di tenere fuori dalla leve del potere il potente Partito comunista. Si susseguivano governi su governi (balneari, di scopo, elettorali) e spesso le crisi venivano innescate dalla necessità di riequilibrare i rapporti di forza all’interno della coalizione o addirittura tra le correnti democristiane. Un mio amico, politico raffinato e di lunga esperienza, mi ha inviato via posta (perché il timbro facesse fede) una busta chiusa. Dentro, ci sono i nomi dei futuri senatori e deputati della Sardegna, con due sole incognite. Il 26 settembre aprirò la busta e se il mio amico avrà azzeccato le previsioni, sarà dimostrato senza ombra di dubbio che i parlamentari non li sceglie il popolo ma le segreterie dei partiti. Vi riferirò sul giornale di mercoledì 28 settembre.