C ’è la guerra in Europa, spietata come tutte le guerre. L’ermetica follia di un dittatore camuffato da autocrate e l’insipienza dei suoi nemici occidentali potrebbero farla degenerare in un terrificante conflitto mondiale. Giusto quindi che le notizie delle battaglie e dei bombardamenti nell’Ucraina invasa dalla armate russe abbiano priorità assoluta. Altro di bello e brutto, di buono e cattivo continua comunque, come sempre, ad accadere nel mondo. La tv di Stato però non se n’è accorta. Alla priorità ha sostituito l’esclusività. I telegiornali, gli approfondimenti, i dibattiti trattano solo della guerra. Niente più Covid, forse è mutato in vitamina. Ma un’eccezione c’è stata. Eccola. Venerdì 4 marzo, tg1 delle 13.30, conduce Maria Soave. Severa come la circostanza richiede, propone per mezz’ora soltanto servizi sul conflitto ucraino. Alla fine, con sorriso soave come il suo bel cognome, esce da quell’orrido clima e lancia nell’etere la “notizia delle notizie”, la “bomba delle bombe”, al cui confronto quelle di Kiev sono petardi: «Amadeus ha accettato di presentare anche i prossimi due festival di San Remo». Fine della trasmissione. Sono le 14.00 in punto, tutti contenti, buon appetito. La guerra continua. Se questa è la nostra televisione di Stato siamo uno Stato ancora in via di sviluppo.

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