Parliamo d’altro
Caffè Scorretto
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D ella crisi abbiamo già detto tutto (il premier troppo dignitoso per tirare a campare, Conte che non sa bene perché ma tira a crepare, Mattarella che sembra un cristallo in un’elefanteria, lo spread che salta, l’inflazione che zompa, Putin ringrazia e il gas rincara e via così), a questo punto tanto vale aspettarla.
Tanto è domani.
In queste ore di tempo sospeso parliamo d’altro, tanto per piangere sul mutuo non mancherà occasione. E quindi: l’Ansa informa che ieri a Torino sono stati condannati due tipi – 3 mesi uno, un anno l’altro – perché «scambiavano su Telegram frasi riconducibili all’ideologia nazista». Da notare che l’accusa era di propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione etnica, razziale e religiosa, ma la difesa fa notare che i due «si erano limitati a scambiare meme e messaggi tra di loro».
Ora, il nazismo è atrocità pura e chi flirta con quel genere di idee è un decerebrato. Ma un dialogo tra due (2) persone che la pensano allo stesso modo può essere considerato propaganda? Non un comizio davanti a una scuola: un dialogo. Chi è il danneggiato? Chi sta facendo del male a chi? Siamo al reato d’opinione? Non sarà che per sacrosanta paura dei rigurgiti illiberali stiamo mandando a quel paese il nostro liberalismo? Quando la democrazia prende una scorciatoia non arriva prima, va solo fuori strada.