L a teoria è questa. Il clima sta cambiando, in peggio. La colpa è dell’uomo, che maltratta la Terra. Se l’uomo non la maltrattasse il clima non cambierebbe. Le stagioni sarebbero ancora quattro come ai tempi edenici della mitologia. Invece sono soltanto due, entrambe instabili e una peggiore dell’altra. Bisogna correre ai ripari. Chi deve farlo se non i governi, che con forza di legge possono porvi rimedio mettendo in essere un’azione uguale e contraria a quella dei distruttori del clima? Lo hanno pensato due donne italiane, una veneta l’altra lucana, le quali hanno fatto ricorso alla Corte europea dei diritti umani lamentando che l’inazione dello Stato italiano nel contrastare il cambiamento climatico ha avuto gravi ripercussioni sulla salute fisica e mentale di entrambe. Su quella fisica forse, su quella mentale di sicuro. Il ricorso è stato respinto, ma soltanto perché non erano provati i danni subiti. Altrimenti avrebbero vinto la causa. Come nel 2020 la vinsero le “Anziane dell’associazione per il clima”, che chiesero e ottennero la condanna della Svizzera, ritenuta colpevole dalla suddetta Corte. La motivazione: non avere fatto abbastanza per «contrastare il cambiamento climatico». Sì, forse è davvero colpa del clima surriscaldato se una parte dell’umanità, giudici compresi, ha il cervello in ebollizione. Attendiamo con fiducia la prossima glaciazione.

© Riproduzione riservata