N el lessico perbenista dell'informazione scrivere in un titolo che Tizio “è morto” suona un po' forte: si preferisce la formula “Addio Tizio”, se era arcinoto, altrimenti si annuncia compuntamente che Tizio “si è spento”. Eppure sull'88enne Ronnie Rondell Jr quasi tutti hanno titolato che è morto. Non era così celebre da meritare un Addio e sarebbe stato ridicolo annunciare che si è spento: era quello avvolto dalle fiamme che stringe la mano a un altro signore, il suo collega stuntman Danny Rogers, sulla copertina di “Wish you were here” dei Pink Floyd. Rondell, spiegava domenica il Post, dovette mettersi in posa quindici volte, sempre con pochi secondi a disposizione perché la tuta ignifuga che indossava sotto i vestiti poteva reggere fino a un certo punto. Oggi per confezionare un'immagine del genere basterebbe dare qualche istruzione all'intelligenza artificiale, non servirebbero nemmeno il tempo e la cura artigiana necessari fino all'altro ieri per provarci con photoshop. Figurarsi rischiare la pelle e giocarsi un baffo e un sopracciglio come accadde a Rondell. Però quell'immagine ha una poesia stralunata che il digitale, ancora così pacchiano nel suo iperrealismo grafico, non raggiunge. E a costo di fare sciovinismo analogico e anagrafico, va detto anche che un altro disco come “Wish you were here” lo aspettiamo da cinquant'anni.

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