L’ho visto alla radio
Caffè Scorretto
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“ Spazio 1999”, la serie tv degli anni Settanta, immaginava un Duemila che c’entra ben poco anche con quanto avviene oggi, quasi un quarto di secolo dopo il traguardo millenario. Non siamo fortissimi in Storia, specialmente nei revisionismi, ma mai quanto siamo incapaci di leggere il futuro.
Trent’anni fa con l’arrivo di Internet si previde la morte dei quotidiani. Cioè il mezzo di comunicazione che state leggendo ora. Si sentenziò la dipartita della radio nel 1954, quando arrivò la tv. E alla fine le radio, tra i media, sono quelle che stanno meglio, pur col Web che impazza. Si pensava che il solo audio sarebbe crollato davanti alle immagini, invece è ora la radio a invadere la tv, che trasmette anche il video dei suoi conduttori.
Nel campo sociale, insomma, le previsioni sono peggiori di quelle di un famoso astrologo che aveva previsto per il 2020 «un anno vantaggioso per i viaggi e per gli spostamenti». Un paio di mesi dopo il mondo era in lockdown. E anche lì, quanta radio ci ha fatto compagnia.
Ieri era la Giornata mondiale della radio, che pur in svantaggio (solo voce, nulla si vede) resta il medium più amato: senza volto che spesso è assai meno avvenente rispetto alla voce, come qui si testimonia. Era sfuggito che le voci parlano alla nostra immaginazione: dunque c’è sempre stato, il video, alla radio.