P rendi i sardi e scappa, mollandoli di nuovo in mezzo al mare. Mestiere difficile, quello dell’isola che sulla continuità territoriale punta moltissimo. E raccoglie pochissimo.

Non è questione di spopolamento: la Corsica sui suoi cieli da sempre fa cose mirabolanti che qui, poco più giù, non possiamo nemmeno immaginare. Eppure sono nemmeno 350mila anime, contro il milione e mezzo che popolano la Sardegna. Cioè trecentomila in più rispetto alle Baleari, altre isole che da Bruxelles ricevono sempre un trattamento ben diverso e migliore. E noi in castigo.

La continuità territoriale sarda, sempre penalizzata, continua a essere un mistero della (mancanza di) fede europea: a questo punto siamo, dopo tanti anni di risultati deludenti e di ricatti low cost ai quali non sembriamo capaci nemmeno di cedere. Se è vero che bisogna restare con i piedi ben piantati per terra, c’è da dire che ai sardi riesce sempre benissimo.

Ora giungono i risultati del bando regionale “Nuove rotte”. Mai termine fu più appropriato. Su 67 proposte, 59 sono rotte in un altro senso: non se ne fa nulla. Se ne salvano otto, ammesse dalla Regione. La domanda di Sardegna continua a esserci, anche fuori estate. E alle domande sarebbe cortese rispondere.

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