La spartizione
Caffè Scorretto
Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
D ire che il 29 si vota per eleggere i presidenti e i consiglieri delle province di Nuoro, Oristano, Gallura Nord-Est Sardegna, Ogliastra, Sulcis Iglesiente, Medio Campidano e i consigli delle Città Metropolitane di Cagliari e di Sassari è quantomeno offendere la semantica: il popolo non vota, la politica se la canta e se la suona nella più classica delle spartizioni. A decidere saranno gli amministratori dei Comuni più forti, le sorprese non possono arrivare neppure dai consiglieri senza bandiera politica che al 90 per cento occupano le sedie dei piccoli Comuni e quindi hanno poca voce in capitolo. In ogni caso si tratta di nomine studiate ad arte per dare gambe all’Ente di cui i cittadini anni fa, a furore di referendum, avevano chiesto l’abolizione ritenendo che le funzioni potevano tranquillamente essere assorbite dai Comuni e dalla Regione. La Provincia si occupa di strade, scuole superiori e ambiente, in parte: vale allora la pena nominare presidenti, consiglieri e segretarie varie che peseranno sulle tasche dei cittadini? Cittadini che avevano fatto pollice verso alla politica che, a sua volta, l’ha alzato inventandosi la furbata delle elezioni pro domo loro. Per chiudere in bellezza oltre le due province storiche, Nuoro e Oristano, ha recuperato le quattro new entry ciascuna, per di più, con due capoluoghi. Contenti loro, scontenti tutti.