La rifondazione
Caffè Scorretto
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A bbiamo di fronte un quadro tragico di guerra che ogni giorno di più si aggroviglia. Stati e statisti, o presunti tali, ci tengono con il fiato sospeso. Ognuno persegue un obiettivo da raggiungere «a ogni costo», come ha dichiarato spaventosamente la Russia detentrice di ordigni nucleari. In questo scenario è assente l’Onu, che per obbligo statutario dovrebbe intervenire preliminarmente in ogni contesa internazionale. Tanto è assente che viene da domandarsi se ancora esista e se persegua il suo scopo. La risposta è ambigua, come il suo comportamento e quello del suo segretario generale Guterres: sì, esiste, ma non per agevolare i rapporti tra gli stati; non per operare al di sopra delle parti. Bensì per schierarsi. Ricordiamo che alcuni dipendenti dell’Unrwa, l’agenzia Onu che si occupa dei palestinesi, sono stati carcerieri degli ostaggi israeliani rastrellati dopo i massacri del 7 ottobre 2023. Fu considerato un infortunio, invece è l’indice di un clima. L’Onu è finanziata in massima parte dai paesi occidentali: gli Usa ne coprono, da soli, il 22 per cento del bilancio ordinario; ma i paesi antioccidentali del terzo mondo, che contribuendo con poco o nulla sono la stragrande maggioranza, ne detengono di fatto la gestione. Un’organizzazione così non serve più allo scopo nobile per cui è nata. Non è più utile a nessuno. Questa è l’occasione per rifondarla.