D i solito nei film americani o americaneggianti il dramma del poliziotto che muore il giorno prima della pensione arriva a fine primo tempo. Gli sceneggiatori lo propongono presto perché lo spettatore possa apprezzarne la saggezza, l’esperienza, l’umanità. Poi lo fanno uscire dalla scena per lasciarla al protagonista giovane, che vendica il collega sgominando dei terroristi o qualcos’altro di enorme e dando allo spettatore un confortevole senso di ordine ristabilito.

La storia del brigadiere Legrottaglie sembra una sceneggiatura, con il primo e il secondo inseguimento, la prima e la seconda sparatoria, un bandito ucciso e due arresti. Ma è cronaca, e per chi la legge il secondo tempo è solo un’appendice. Il protagonista resta lui, ammazzato 24 ore prima di tirare i remi in barca, senza che la paura o la stanchezza gli annacquassero il senso del dovere che per lui era anche dello Stato.

Chissà se aveva pronto un hobby e se aveva messo da parte una bottiglia speciale. Chissà se sarebbe diventato di quelli che vanno a pesca o di quegli altri, che bazzicano ancora i colleghi per dare una mano in ufficio e ingannare la noia. Di quelli che finalmente riescono a svegliarsi po’ più tardi o di quelli che continuano ad alzarsi presto. E nella casa silenziosa preparano la caffettiera grande per gli altri che ancora dormono, mentre la radio chiacchiera a volume basso.

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