F ino a qualche anno fa la storia del comandante dei vigili di Venezia, che se la fila dal party di Armani perché nella calca qualcuno gli tasta ripetutamente i glutei, avrebbe ispirato un filmazzo con Alvaro Vitali.

Invece stavolta, anno di grazia 2023, ne è venuto fuori un post scritto dal comandante medesimo: “Dovevo arrivare a quasi 63 anni per comprendere cosa prova una donna molestata quando le palpano il sedere”. Poi il comandante le ha cancellate, ma ormai quelle righe circolavano in ogni sito. E meno male.

Perché fanno capire anche ai più retrivi che una persona può essere molestata e abusata e trattata come un pezzo di carne senza essere vestita in modo provocante, senza aver bevuto, senza “essersela andata a cercare”. Capito questo, si fa più breve il passo per arrivare una buona volta alla rivelazione successiva: una persona – proprio perché è una persona e non un pezzo di carne – può vestirsi come crede e bere quel che vuole senza avere una corresponsabilità neanche minima su quel che un’altra persona decide di infliggerle. La mappa è molto semplice: le vittime da una parte e i carnefici dall’altra. Il comandante ce l’ha chiarita così bene che ci sarebbe da affidargli l’istituto geografico militare.

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