È una lega di diversi metalli, quella con cui la Zecca conia le monete. Ed è il vicesegretario della Lega, intesa stavolta come partito politico, a non pagare il contributo alla stessa formazione di Matteo Salvini: né in moneta né in banconote. Nemmeno i bonifici si sono mai visti.

Ora che è eurodeputato, perché la Lega lo ha candidato dopo una serie di dichiarazioni esplosive e libri divisivi che lo hanno reso eccessivamente famoso, il generale Roberto Vannacci è pagato da Bruxelles quasi ventimila euro lordi al mese. Li somma alla pensione dell’Esercito. Lo Statuto della Lega prevede che gli eletti ai seggi nazionali o europei debbano versare al partito duemila euro al mese, ma lui dice di avere già troppe spese per la sua associazione “Il mondo al contrario”.

Il Carroccio è vuoto, anzi: è sotto di settecentomila euro. Gli iscritti pagano per onorare le rate del debito con lo Stato: la Lega sta restituendo 49 milioni di euro di fondi elettorali che i suoi “generali”, ai tempi di Umberto Bossi, spendevano per fini privati. Dunque, la Lega versa ogni due mesi centomila euro su un fondo vincolato e gli iscritti devono contribuire.

I tesserati sì, il vicesegretario Vannacci no, non offre il proprio contributo. L’avevamo frainteso: “Il mondo al contrario” non era il nostro. Era il suo.

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