I n tempi normali la rubrica sarebbe su Meloni, invitata a Domenica In per rievocare le pastarelle dei suoi pranzi domenicali, e sulla Rai, che quest’ospitata pre-elettorale la rivendica come «Servizio Pubblico», con sfoggio di maiuscole sussiegose. Ma i tempi non sono normali, Idf massacra senza sosta e parlare d’altro, dopo che ieri anche a Cagliari tantissimi hanno portato in piazza la propria indignazione, sarebbe frivolo.

Quindi parliamone. Parliamo del ministro degli Esteri israeliano, Gideon Sa’ar, che domenica ha visto il populista ultradestro britannico Nigel Farage. Pur deluso perché anche Londra riconoscerà la Palestina, Sa’ar ha rassicurato: Israele «sa distinguere fra il popolo britannico e il suo governo».

Ma vedi, pareva un gabinetto di boia e invece sono presbiti: da lontano sanno distinguere un popolo dal suo governo, da vicino non vedono differenze fra i Gazawi e il fascismo teocratico di Hamas che li opprime. E quindi bombardano o affamano a morte donne, uomini, vecchi e pericolosi estremisti appena nati. È tempo che cambino occhiali. Anche noi a volte abbiamo difficoltà a distinguere le responsabilità degli israeliani da quelle del loro governo, perché l’orrore appanna la vista. Ma ci imponiamo di farlo, perché lo richiedono giustizia e umanità (poi un’altra volta parleremo di Meloni e pastarelle, almeno per titolare “Il pranzo è asservito”).

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