Famigerato piano B
Caffè Scorretto
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A pparentemente quando Draghi si definisce “un nonno al servizio delle istituzioni” sta dicendo: ok, se c’è da fare altro lo faccio, ma ricordatevi che comincio ad avere i miei annetti. Una specie di “nonno l’età”, praticamente. Eppure molti hanno letto quella frase come un’autocandidatura al Colle, o almeno come una decisa disponibilità ad accettare la successione a Mattarella. Questo perché almeno dai tempi di Pertini la figura del presidente della Repubblica e quella del nonno sono piuttosto connesse nel nostro immaginario politico, quasi sovrapponibili. E in fondo è naturale che un Paese nepotista consideri il nonno come un punto di riferimento. D’altra parte la letteratura quirinalizia, o almeno l’aneddotica, non è avara di riferimenti nonneschi. “Farò il nonno. E forse anche il bisnonno” rispose a fine settennato Ciampi a chi gli chiedeva che cosa avrebbe fatto a quel punto. E quando Di Maio cambiò idea (in fondo si erano già fatte le cinque e un quarto) e volle avvertire le masse che Mattarella non era più un golpista da processare per alto tradimento bensì un autorevole statista, disse che “gli sembrava un nonno”. Ma visto che i giorni passano e il famigerato piano B. non si dissolve, il punto resta: saremmo riusciti e riusciremmo a reggere pandemia, crisi e angosce varie se come presidente ci trovassimo un nonni (cioè un papi che ha fatto carriera)?