Elogio dello zelo
Caffè Scorretto
Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
I l primo maggio assembla le storie di chi cerca il lavoro, di chi l’ha perso e di chi rischia di perderlo. Francesco Bonanno, capotreno di Trenitalia, ne racconta un’altra. Per trent’anni ha fatto quello per il quale era pagato: controllare i biglietti e contravvenzionare gli abusivi. “Sui treni viaggia solo chi ha il biglietto”, ripeteva e, forte della certezza codificata, negli ultimi due anni ha elevato 5 mila contravvenzioni. Avesse seguito Orazio e la sua aurea mediocrità come ideale etico, “tu vivrai se al largo troppo non tendi”, si sarebbe risparmiato l’onta del licenziamento. Perché quello è successo. In un Paese normale Francesco sarebbe stato nominato Maestro del Lavoro o quantomeno onorato con la lettera di encomio; invece è stato mandato a casa per aver collezionato 175 errori nell’emissione dei titoli di viaggio destinati ad altrettanti passeggeri che aveva pizziccato.175 svarioni su 5 mila ticket che, siccome le virgole contano, rappresenta il 3,5 per cento. Solo chi non lavora non sbaglia, hanno ben ragionato i giudici dei Tribunali e della Cassazione che hanno riportato Francesco Bonanno in carrozza con l’attestato al merito: “pubblico ufficiale dotato di una intransigenza zelante” che può aver sbagliato ma non certo in malafede. Francesco è unico e va premiato: controllore capo e subito all’antievasione.